La semplicità: l’ingrediente segreto per l’originalità

Postato da on May 5, 2014 in nutrirsi consapevolmente | 0 commenti

La semplicità: l’ingrediente segreto per l’originalità

Non mi stancherò mai di dire che la cucina, intesa come l’arte del cucinare, ci permette di svelare l’arte del vivere. Da pochi anni ho riscoperto il mio piacere, per usare un eufemismo, nell’occuparmi di cibo. Mi ha parecchio sorpresa l’evidenza con cui già in passato (da sempre direi), si era manifestato quest’interesse che io non avevo assolutamente colto come tale, come “cura” alle mie ferite. Ma è proprio dalle mie ferite che sto trovando il mio percorso di guarigione.

Personalmente non appartengo ad una famiglia di ristoratori o cose del genere e lo spirito imprenditoriale non fa parte precisamente delle caratteristiche del mio nucleo di appartenenza. Come iniziare quindi a coltivare qualcosa che sentiamo appartenerci ma che non c’entra affatto con la vita che abbiamo scelto finora? Il paradosso, perlomeno quello che ho vissuto , è che quando si deve partire da zero, contemporaneamente, si immagina di essere già dei famosissimi chef ! Alcune volte mi sono imbarcata in esperimenti culinari acrobatici che spesso mi hanno lasciato l’ “amaro in bocca”…per poi rendermi conto che non ero capace, o meglio non avevo mai provato ad allenarmi con le ricette di base. Grande frustrazione. A volte ci si fa prendere dalla fame di apparenza e di gratificazione che, tuttavia, come un piatto di carboidrati, ci dà una carica momentanea e subito dopo “il sonno profondo”.

Forse è necessario imparare a sedimentare attraverso l’allenamento e le fatiche. Il fatto che qualcosa ci dia piacere non vuol dire che non necessiti  di una buona dose di impegno. Il piacere, la curiosità e l’entusiasmo devono viaggiare di pari passo con l’impegno, la costanza e lo studio. L’umiltà, e in altri termini la semplicità, sono a mio avviso la chiave per un percorso di successo, anzi di autorealizzazione. La grande fortuna per chi ama cucinare sta nel poter scegliere  prodotti di qualità. Scegliere una eccellente materia prima offre la possibilità di ottenere un piatto finale che ha molte speranze di riuscita. Da ex studentessa di pianoforte, mi sembra facilitante la similitudine tra la cucina e la musica. Il piatto, sostanzialmente, è come uno spartito musicale: scritta una base armonica, ogni compositore può aggiungere la propria melodia ed i propri abbellimenti. Ma sarebbe “stonato” uno spartito con molti abbellimenti slegati dalla base armonica. Ricordo ancora le lezioni di armonia in cui da studentessa dovevo ripetere fino allo sfinimento gli esercizi che percepivo noiosissimi perché si dovevano seguire le regole di base prima di poter esprimere la propria creatività. Seppur me la cavassi bene sulla “tastiera bicolore” non sono diventata una pianista, non era la mia strada. Semplicemente non era la mia passione. Ma se tutti avessimo la saggezza e la pazienza di imparare la semplicità dell’arte che ci appassiona, forse potremmo trovare chi siamo veramente…

Nell’ultimo periodo i media ci stanno bombardando con trasmissioni culinarie, chef famosissimi più gettonati di modelli dell’alta moda. Dei veri personaggi. Nessun giudizio ma un’attenzione se vogliamo una cura nel recepire ciò che ci arriva. La notorietà può essere un aspetto della vita ma non può diventare la base da cui partire, ci porterebbe nella direzione sbagliata. Non dobbiamo diventare come l’Altro ma possiamo apprendere con umiltà ciò che l’altro rispecchia in noi e di qui offrire la nostra unicità, la nostra originalità. Anche le note musicali sono sempre quelle, ma la meraviglia di ogni compositore è irripetibile.

 

 

 



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