La tensione degli opposti. Amare richiede coraggio

Postato da on December 5, 2014 in l'editoriale di Zuleika Fusco | 10 commenti

La tensione degli opposti. Amare richiede coraggio

 

Cari lettori, amare è ovviamente una questione di cuore. Parte da ciò che sentiamo e da ciò che ci coinvolge profondamente di un’altra persona. Eppure, quando amiamo, la situazione determinante è come viviamo noi stessi. Sì, perché l’amore è sempre un’opportunità di guardarsi allo specchio e di intendere in maniera autentica come stiamo. L’amore altera gli equilibri interiori, sposta l’asse da noi verso l’altro, eppure ci rivela le nostre vulnerabilità, spogliandoci completamente.

Se da un lato rivediamo la scala delle priorità, desiderando mettere al primo posto la vicinanza e la condivisione con la persona amata, dall’altro scopriamo di essere disarmati e comprendiamo che proprio chi amiamo può ferirci in maniera potente, che sia volontario o no. Siamo estremamente recettivi e ipersensibili ad ogni suo gesto, sua parola, suo non-detto. Guardiamo tutto con gli occhi di chi cerca rassicurazioni e conferme. Cerchiamo, cioè, la certezza che l’altro ci corrisponda e sia totalmente affidabile, poiché affianco all’amore che nutriamo coviamo sempre quella certa paura della perdita e del tradimento.

Se non apriamo il cuore al nostro sentimento scegliendo di seguirlo con accettazione ed entusiasmo, si tramuta in dolore, in un conflitto interiore che ci porta a chiuderci, ad essere ostili e diffidenti. Il timore prende il sopravvento, diventando scusa per indossare la corazza, come se dovessimo andare a guerra, come se dovessimo difenderci, piuttosto che lasciarci andare.

Invece l’amore per sua natura è fusionale… ci indurrebbe a creare spazi d’incontro, eliminando barriere e superando differenze. Ci vorrebbe generosi e aperti, pronti a vivere, a meravigliarci e soprattutto a trasgredire i soliti schemi, introducendo nella nostra quotidianità una sana ventata di rinnovamento. Ci innamoriamo per confrontarci e crescere, per integrare quegli aspetti di noi che segreghiamo in una sorta di sgabuzzino interiore e che il prossimo, l’amato, porta nel mondo con assoluta spontaneità, conquistandoci proprio per la sua diversità. Innamorarci è l’opportunità di cambiare abitudini e di liberarci da quei vincoli deteriori che abbiamo creato e che adesso ci ingabbiano.

Quante volte invece le ferite del passato ci condizionano?

Più è importante il sentimento che proviamo, più creiamo ostacoli e resistenze, proiettando sulla persona amata la responsabilità di deluderci come hanno già fatto altri. Istintivo, certo, ma non sano. Coprire d’ombra la nuova esperienza non ci tutela, ci uccide. Ci conferma la visione pessimistica cui siamo approdati vivendo. Di fatto, quando ci aspettiamo il peggio, il peggio arriva semplicemente perché, a livello inconscio, ci predisponiamo a realizzarlo attraverso comportamenti disconfermanti e negativi. In altri termini, l’altro si ritrova ad essere l’attore inconsapevole del nostro film e non ha via d’uscita, perché qualsiasi sua azione sarà la prova di ciò che pensiamo, vista alla lente del nostro disagio.

Per amare occorre coraggio (dal latino coraticum o  cor habeo, ‘ho cuore’), ossia spalancare le porte del cuore, accettando il rischio del dolore, per nutrirsi e nutrire di Bello e di Buono.

Avere il coraggio di spostare il baricentro, mettendosi in gioco profondamente e sentendo che stare fuori asse è un modo per costruire crescendo… L’amore fa perdere l’equilibrio, perché, rendendoci nudi con autenticità, ci spaventa, eppure ci fa evolvere. D’altro canto stare sempre in equilibrio è un inganno. Niente può essere statico in natura e la pigrizia diventa una gabbia come l’eccesso di sicurezza. Amare è la nostra possibilità di  uscire dalla zona di confort, di scoprirci, di diventare timidi e poi audaci, soffrendo ed essendo felici. Se amiamo, siamo disposti a perdere momentaneamente l’equilibrio per ritrovare noi stessi ad un altro livello. L’amore è l’antidoto alla mediocrità. Non è per tutti. È per chi vuole crescere



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10 Commenti

  1. Tristemente vero, lo sto vivendo da un anno e mezzo con una persona ferita, che ha subito violenze e che, dopo numerosi tentativi di crescita,, è ormai entrata in un tunnel drammaticamente distruttivo. Quello che non si riesce ad accettare è proprio vedere trasformare l’Amore Vero in spazzatura, rendersi conto che si diventa la personificazione di tutti i mostri che aleggiano nella loro mente e l’assoluta impotenza di fronte a tutto ciò.

    • carissimo Moreno, n queste situazioni la vita ci richiede di riflettere sui confini tra noi e l’altro. certamente l’amore vorrebbe sentirti riconosciuto e avere strada libera, ma prima di tutto dobbiamo amare noi stessi e chiederci se è sano restare affianco a chi non esce dal suo dolore e non ci concede fiducia nonostante il nostro impegno. che ne pensi? grazie per avermi scritto. ti auguro il meglio per la vita

  2. E’ bellissimo questo post!!! Mi sono arrivati tanti spunti …spostare il baricentro mi fa pensare ad un danzatore che osa coraggiosamente andare oltre l’equilibrio che già ha sperimentato……in gergo si dice “fuori asse” …. Per sperimentare nuovi equilibri , nuove forme , scoprire le proprie capacità ….mettersi in gioco veramente!

    • dolcissima Cate, come immagini è proprio la danza che ha ispirato questa metafora. il tango che amo tanto e che mi ha insegnato come andare fuori asse per cercare un abbraccio con l’altro, senza perdere di vista il mio equilibrio e la mia autonomia. grazie per il tuo commento. ci ricorda che davvero tutto può insegnarci e aiutarci a crescere. ti abbraccio

  3. Certo, amare é guardarsi allo specchio, é enfatizzare l’altro sotto ogni aspetto. La paura di amare, o philofobia, di cui alcuni soffrono in maniera lieve o meno, può essere accentuata dai modi di porsi dell’altro. Le insicurezze si alimentano da parole dette dall’altro. Il parlare di altre donne, di altre situazioni in maniera leggera, nascondendo invece situazioni passate d’amore, porta chi é più debole in uno stato di frustaIone costante. Chi si dá con l’anima, se la sente calpestare, strappare, deridere a volte. Non é facile amare come non é semplice farsi amare, ci vuole attenzione, delicatezza, comprensione, soprattutto delle debolezze dell’altro. Se ti dico ‘ho paura di essere abbandonata’ e tu metti nelle tue parole altre persone in maniera distorta, quando si arriva a scoprire il vero ci può essere il piú alto sentimento del mondo ma, la paura, la delusione, prendono il sopravvento. Non basta dire ti amo, sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. Presentarsi nudi ma liberi del proprio passato per non influenzare il presente. Le storie passate solo negativo portano. Parlo per esperienza personale. Amavo in maniera totale una persona che mi parlava del suo passato in maniera pulita, scoperto che era un suo modo di portare le sue ex donne nel presente mi sono sentita massacrata. Dubbi e incertezze prendono. L’amore é delicatezza e intelligenza insieme. Se un bimbo ti confessa che ha paura de buio non lo obblighi a dormire a luce spenta. Chi si sente ferito e vede dall’altra parte una totale incomprensione anzi,un proseguire nel suo massacro alla fine scappa, per non morire, morendo dentro, uccidendo quel sentimento che provava e strazio dosi per la perdita. Amare é crescere in due, non subire, non approfittare. Amare ë iun’arte per pochi.

    • cara Antares, grazie per averci scritto. credo che le tue emozioni espresse diano voce al silenzio di tanti. riflettiamo insieme sul fatto che non dobbiamo accontentarci nella relazione, ma che dobbiamo cercare qualità. un amore in cui la paura predomina non è più tale. si chiama bisogno ed è impastato di diffidenza. cerchiamo allora cibo sano. come dici tu, un’esperienza che ci faccia crescere condividendo… lo dobbiamo a noi stessi e a quel tesoro prezioso che custodiamo dentro, pronti ad offrirlo sì, ma a chi sa apprezzarlo. tanta buona energia! e scrivici ancora :-)

  4. il coraggio di amare……più che altro penso che serva il coraggio di porsi in maniera totalmente pura. e’ questo che porta al fuggire. non servono parole grandiose se poi i fatti vanificano il tutto. amare vuole dire…..vorrebbe dire, meglio usare il condizionale, sentirsi nuovi con la persona che abbiamo accanto, provare per lei/lui sentimenti mai provati prima, non il ripetersi di sensazioni e emozioni. se è così, non è amore. si può amare, se non si ama a cosa serve la vita? ma si deve essere amati in maniera sincera. cosa che per molti +è praticamente impossibile. credevo di essere amata, fino a quando ho scoperto che ero solo una fotocopia di altre mille storie che aveva avuto. lo amavo, e accettavo come era, un nulla in definitiva, ma scoperto che per lui ero un ripetersi di sensazioni e emozioni che usava con tutte, la fuga, la ribellione, il voler capire perchè ancora a me, il tutto mi ha fatta diventare matta. l’amore è pulizia del cuore, avere il coraggio di raccontarsi per quello che realmente si è, non modificare le realtà passate a proprio beneficio. quello distrugge chi prova ad amare, distrugge……o forse mette solo in evidenza l’amore che non c’è. E’ un pensiero espresso confusamente forse il mio, ma che ha solo uno scopo, il dire ” se ami abbi il coraggio di essere te stesso senza nasconderti, se ami poniti all’altro/a con la sincerità piu’ pura. le verità scoperte uccidono, le realtà distorte del passato, una volta scoperte, fanno impazzire.” quindi, se sei stato un mentitore, non ti lamentare del tuo cosidetto amore perduto. l’amore non ammette falsità e stupidità, l’amore, se tale è, porta luce e purezza.

    • cara Cometa, grazie per la tua testimonianza, grazie per il tuo invito all’autenticità. di cuore buona energia per la tua vita

  5. Il suo articolo fa riflettere, ne leggo diversi del genere ma il suo centra il punto, quanto sto realmente vivendo. ho davanti un uomo che non riesce nonostante il mio impegno e la mia totale sincerità ad accordarmi fiducia. è stato ferito in passato e nel tempo si è chiuso nel dolore, cadendo nel vizio dell’alcol che ha peggiorato la sua già estrema sensibilità ormai oggi congelata e soffocata dall’apatia che sta prendendo il sopravvento. non siamo insieme in questo momento, me ne son dovuta allontanare mesi fa per recuperare energia. io continuo ad amarlo perchè so che può essere altro, ho intravisto in lui una fonte vitale, qualcosa da cui partire per lavorare. non intendo guarirlo, non sono un medico e non è il mio ruolo, intendo sostenerlo. alle volte leggendomi come in tal caso mi chiedo: chi me la fa fare? ho una vita ricca e sono una donna che pur avendo sofferto in passato con forza e tenacia mi sono rialzata. stare bene è la vera sfida, non stare male. ho sensibilità per comprendere totalmente quest’uomo, ma mi domando: cosa posso dirgli per far si che si lasci andare e rompa questa barriera di diffidenza totale? gli ho detto di esserci per lui. gli ho detto di fidarsi di me che lo sosterrei ma che deve affrontare la vita, che ne ha tutte le capacità ma il click nel cervello deve farlo lui, io non posso farlo al posto suo. non credo di poter fare molto altro. sta buttando la sua vita. e quando vuoi bene a una persona con un problema del genere è davvero triste. so che con lui o senza di lui andrò avanti lo stesso, io so di farcela. ma cosa fare di altro per lui? lasciarlo così?

    • cara Gabriella, ogni contributo è prezioso ad arricchire la nostra riflessione. è possibile aiutare chi non vuole essere aiutato? tanta buona energia

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