Negli occhi del gatto

Postato da on April 4, 2015 in eso-pensieri | 0 commenti

Negli occhi del gatto

Pochi nomi nel campo dello spiritismo sono conosciuti come quello di Fulvio Rendhell, personaggio dalle molteplici qualità che si esprimono anche nel campo della magia, assommando dunque nella stessa persona potenzialità legate ad energie sia femminili che maschili quali sono i due campi dell’esoterismo cui accennavo poco prima.

Molte tradizioni legate alle stregoneria riportano racconti che vedono protagonisti gli animali domestici come “aiutanti” delle persone dedite a quest’arte antica. Tali animali vengono genericamente indicati con il nome di “famigli” e molto spesso si trattava di gatti.

Anche Fulvio Rendhell ne possedeva uno cui era particolarmente affezionato che  portava il nome di Iside, una meravigliosa gatta nera dal pelo lucido. Venne il giorno in cui Iside morì e Rendhell, convinto assertore del fatto che anche gli animali abbiano un’essenza spirituale, decise di tentare un esperimento mai posto in essere prima di allora, un’evocazione spiritica proprio della sua adorata Iside.

Evaldo Cavallaro, psicologo ed amico di Rendhell, insieme ad altre persone, si trovarono per condurre questa esperienza che era stata in qualche modo preparata da segnali incoraggianti di altri precedenti tentativi che tuttavia avevano dato solo risultati parziali.

Quella sera, al Circolo Spiritico Navona 2000 di Roma, si decise di procedere creando un semicerchio intorno a Rendhell. Tra i presenti v’erano due sacerdoti cattolici, medici, avvocati ed industriali, tutti intenti ad assistere alla seduta.

Ecco cosa riporta il Dott. Cavallaro in merito a quanto accaduto:

Dopo circa un quarto d’ora una piccola forma luminosa s’intravede prendere forma e librarsi nell’aria a circa un metro e mezzo dal pavimento. La forma evanescente man mano si ingrandisce e assume forme diverse fino a raggiungere la grandezza di un gatto in posizione verticale come quando si arrampica su un tronco d’albero o sullo schienale di una poltrona. Si vede bene il suo corpo e il movimento delle zampine munite di unghie sottili. Una volta formatasi, unitamente ai respiri molto affannosi del medium, si odono dei miagolii prolungati ma sopiti come se provenissero da molto lontano, nonché dei rumori di raspi come fossero unghie passate su legno. Ad un tratto la forma bianca scompare nel buio.1.

Dunque anche i gatti hanno un’anima. Vorrei tuttavia invitare ad un riflessione. E’ realmente necessario, per convincersi di questa cosa, utilizzare strumenti spiritici?

Avete mai provato a guardare un gatto dritto negli occhi?

Nietzsche usava dire: “se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te”. Guardare un gatto negli occhi significa guardare nell’abisso e lasciare che l’abisso scruti dentro di noi. Ecco dunque che molto saggiamente il mondo antico riconosceva a questi straordinari anima-li la capacità di vivere, come guardiani, a cavallo dei due mondi, quello visibile e quello invisibile.

Guardate i vostri gatti negli occhi…e sarà la vostra anima a parlarvi.


 



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Note:

  1. Evaldo Cavallaro, Fulvio Rendhell una vita nel mondo degli spiriti, Ed. Atmosfera, p. 328

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