Quando le sicurezze diventano “prigioni”… riflessioni sulla comfort zone (prima parte)

Postato da on August 30, 2013 in nutrirsi consapevolmente | 0 commenti

Quando le sicurezze diventano “prigioni”… riflessioni sulla comfort zone (prima parte)

Questi giorni riflettevo su quanto siamo bravi a pre-occuparci anche in situazioni in cui nella nostra vita non abbiamo modificato un’unghia!!!! In effetti, se viviamo veramente nel Presente , riusciamo a contattare i nostri bisogni ed a metterci alla ricerca di strategie per soddisfarli, senza SE e senza MA. Allora cos’è che ci blocca?…

Amici oggi diamo spazio alle riflessioni sulla comfort zone, altrimenti detta “zona di conforto”. Un argomento questo, caro a molte persone ed in particolare a quelle che amano mantenere il più possibile nel tempo, abitudini e contesti conosciuti e collaudati che assumono, per queste caratteristiche, il sapore della sicurezza. Nell’ambito della psicologia comportamentale la comfort zone viene definita come: “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio” 1. In altri termini si vuole intendere una condizione in cui si percepiscono familiarità e sicurezza ed in cui ci si sente a proprio agio poiché i livelli di ansia e stress sono praticamente assenti in quanto lontana è la sensazione di pericolo. Starete pensando: ”quindi dov’è il problema se va tutto “liscio”? “ Adesso ci arriviamo. Vi siete mai sentiti “spenti” dentro, poco entusiasti anche delle piccole cose, poco attivi e soddisfatti pur in presenza di una condizione di vita sufficientemente tranquilla? Vi sarete anche detti: “Ma sì, perché cercare anche altro, nella mia situazione è tutto semplice, facile, protetto, sarei un ingrato a cercare altro, quanti vorrebbero essere al mio posto!”. Già…vi capisco, anche a me capita. Probabilmente vi trovate nella comfort zone che di per sé non ha nulla di negativo fino a quando non si trasforma in una cristallizzazione della vita che tende ad appiattire il nostro lato passionale, la nostra voglia di sperimentare, di crescere, di conoscerci …di VIVERE. E’ quel soffio (di morte in questo caso) che spegne ogni piccola fiammella di novità che con tenacia cerca di accendersi ma che con un “vento” troppo forte di razionalità riusciamo a spegnere. E’ questo che veramente volete per voi? E’ questo che augurereste alle persone che amate? Non credo. Tuttavia a volte le paure e le vulnerabilità sono troppo alte per consentirci di osare oppure gli obiettivi sono troppo ambiziosi per noi in quel momento di vita da farci percepire il livello di rischio eccessivamente elevato.  Quando tentiamo di modificare qualcosa nella nostra vita (conoscere nuove persone, fare un lavoro mai svolto prima, iscriverci ad un corso dove non si conosce nessuno ecc.), si prova disagio, paura ed insicurezza. Ma quando si ha il coraggio di fare quel passo, la realtà, che un attimo prima era percepita come minacciosa, si integra, diventa un po’ nostra e ci fa meno paura perché non è più così estranea. Questa esperienza è fondamentale poiché ci dona la possibilità di apprendere nuovi elementi e, cosa più importante, aumenta la nostra AUTOSTIMA. Aumentare l’autostima non vuol dire che ogni esperienza ci deve piacere o entusiasmarci, bensì significa acquisire sempre più competenze e percepirsi in grado di essere capaci, insomma sviluppare un vero e proprio processo di empowerment 2. D’altro canto dobbiamo imparare anche a non sfidarci eccessivamente, a non trovarci in una “zona” totalmente straniera alla nostra comfort zone perché in questo ambito, dove  lo stress raggiunge livelli elevati o di panico, non c’è più spazio per apprendere dall’esperienza nuova in quanto esso è completamente occupato dalla nostra emotività (in senso di disagio ovviamente).

Un obiettivo che ci potremmo dare, invece, potrebbe essere quello di AMPLIARE costantemente la nostra personale zona di conforto, facendo diventare questa strategia una buona e dinamica abitudine.

Il primo piccolo passo… chiediamoci:

– in questo momento della mia vita mi sento soddisfatto/a?

– avrei il desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo?

– sento delle resistenze? Quali?

Buon lavoro e al prossimo articolo per condividere qualche strategia! 😉



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Note:

  1.   Wikipedia
  2. Non esiste una traduzione del termine “empowerment”. Questo concetto, largamente utilizzato nelle scienze umane, si riferisce alla capacità di un soggetto di porre in essere delle azioni favorevoli per la propria esistenza. Attraverso questo processo la persona si percepisce autoefficace ed ha una sensazione di potere

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