Serpenti dal profondo. L’inconscio e le tradizioni popolari. (1a parte)

Postato da on August 28, 2014 in eso-pensieri | 0 commenti

Serpenti dal profondo. L’inconscio e le tradizioni popolari. (1a parte)

La messa inizia sempre con lo squillare di una campanella, ma è piuttosto insolito il modo con il quale questa viene messa in movimento. La cordicella, infatti, invece di essere tirata con la mano, viene morsa con i denti facendo muovere il meccanismo che produrrà poi il tintinnio che da inizio alla funzione sacra.

Così principia da tempo immemorabile la messa in onore di San Domenico nella piccola chiesa di Santa Maria delle Grazie a Cocullo, piccolissimo centro montano d’Abruzzo la cui notorietà è dovuta al culto del santo ed alle particolarissime modalità attraverso le quali questo si esprime. Non capita tutti i giorni di vedere una statua di un uomo elevato all’onore degli altari, coperta di serpenti e portata in processione per le vie della città.

Dov’è che ha avuto inizio la relazione tra San Domenico ed i Serpenti? I racconti agiografici del santo raccontano di molti miracoli nei quali, per sua intercessione, le persone venivano guarite dai morsi dei serpenti e dei cani. Altri racconti lo vedono fermare lupi feroci rapitori di bambini ed in genere sembra che l’attenzione di San Domenico, nato a Foligno nel 951 d.C., si sia sempre rivolta ad “appianare” le asperità della vita selvatica, cercando in qualche modo di addomesticarla e di renderla amica dell’uomo e delle sue necessità di vita. La fede che difende dalla natura selvaggia e pericolosa. Si racconta ancora che il Diavolo, indispettito per la costruzione di una chiesa voluta dal santo, fece staccare un gigantesco masso da una montagna sovrastante l’edificio in via di realizzazione. Il santo, visto quello che stava accadendo, tracciando un semplice segno della croce in aria, riuscì a deviare il percorso del macigno che si andò a schiantare senza provocare danni.

Viste le sue attitudini ed il suo stabilirsi per un certo periodo nella Valle del Sagittario 1, era inevitabile che la fede del popolo locale si rivolgesse a lui. Dopo aver fondato un monastero in quella località decise di spostarsi nuovamente. La tradizione vuole che gli abitanti del posto chiesero al santo delle reliquie prima della sua partenza ed egli, per accontentare questa richiesta, si cavò un dente e lasciò un ferro della sua asina. Da questo momento San Domenico assume il ruolo non solo di protettore dai morsi dei serpenti ma anche di guaritore dal mal di denti. Ecco l’origine del singolare rituale che ho descritto all’inizio dell’articolo, compiuto per proteggersi dai dolori dentali.

Fin qui abbiamo visto una meravigliosa e millenaria tradizione popolare che in apparenza sembra essere di origine cristiana. Come tuttavia spesso accade, la storia del cristianesimo, specie di quello popolare, si intreccia con storie più antiche e leggende pagane che riportano le lancette del tempo molto più indietro di quanto si potrebbe mai sospettare.

Il passaggio, avvenuto nella tarda antichità, tra culti pagani e culto cristiano, è un argomento spinoso che è necessario affrontare con tatto e sensibilità perché va ad interferire con la questione dell’identità di moltissime persone, le quali, molto spesso inconsciamente, costruiscono la propria idea di se stesse intorno ad una immagine di natura cristiana. Venti secoli di storia del cristianesimo hanno senza alcun dubbio strutturato valori ed idee sociali che sono diventate un punto di riferimento ed una base di solida sicurezza per molti.

Per questo motivo tali idee dominanti, nel corso del tempo, sono state assunte come parti integranti dell’inconscio collettivo della nostra società e quindi, volenti o nolenti, dobbiamo, nel riallacciare le fila della storia della spiritualità occidentale, confrontarci con questo problema identitario che crea notevoli difficoltà nell’esaminare con imparzialità e buon senso l’evidente sincretismo esistente tra culti pagani e cristiani. Molto spesso, infatti, è possibile ritrovare anche nell’attuale cultura popolare tracce di rituali precristiani, che testimoniano, attraverso la pervicacia con la quale si sono mantenuti vivi attraverso i secoli, di essere espressione e specchio di ciò che si muove profondamente nell’animo delle persone e quindi sono da prendersi in seria considerazione.  (continua…)



facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedin
facebookrssyoutube

Note:

  1. Vallata che si trova nel cuore dell’Abruzzo montano

Lascia un Commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

stampa