Sogni di pietra. Il mistero delle cattedrali (Parte seconda)

Postato da on December 1, 2013 in eso-pensieri | 0 commenti

Sogni di pietra. Il mistero delle cattedrali (Parte seconda)

Non si era ancora alzato il sole ma il maestro del cantiere era già sul posto. Fermo, con il suo lungo bastone in mano saldamente conficcato nella terra, guardava verso l’orizzonte, aspettando il levarsi dell’astro, che di li a poco avrebbe fatto la sua comparsa. Un miracolo che tutte le volte si ripeteva verso Est e che quel giorno assumeva però un significato, se possibile, ancor più particolare. Tra pochi istanti infatti sarebbe stato possibile “raccogliere l’ombra” che il bastone stava per proiettare sulla terra, un evento che avrebbe determinato per l’eternità l’orientamento dell’edificio sacro che, proprio a partire da quella ombra, avrebbe toccato le vette del cielo.

Molti anni prima lo stesso maestro aveva assistito da apprendista a quella scena. Nella prima gilda edile in cui aveva iniziato il suo lavoro, aveva visto il suo vecchio maestro fare la stessa cosa e, ovviamente, da giovane curioso qual’era, aveva chiesto il motivo di quel gesto così strano. Perché mai la fondazione di un Tempio sacro, aveva inizio dall’afferrare “un’ombra” che, tra l’altro, sarebbe rimasta in quella posizione solo per un istante? Al termine della giornata, riunendosi nella baracca di legno dove gli attrezzi del cantiere venivano custoditi, aveva approfittato per porre quella domanda.

“Vedi caro ragazzo, quando ci si avvia a costruire un luogo nel quale deve risuonare la voce di Dio è necessario che questo sia uno degno strumento del sua parola. Deve amplificarla e deve farla risuonare. Infine il suo spirito deve potersi manifestare e perché questo avvenga non è sufficiente alzare delle mura e sovrapporre un tetto. Questa costruzione deve essere in armonia con il cielo se vogliamo che gli abitanti del cielo vi trovino dimora.”

Ecco dunque una delle questioni fondamentali che presiede ai segreti delle cattedrali. L’armonia tra cielo e terra ed il modo di creare sintonia tra queste due sfere dell’esistenza. L’edificio sacro, nell’antichità pagana come nella più tarda era cristiana, non poteva essere eretto in un luogo casuale. Il posto era scelto dal Dio stesso lì dove si era manifestato, dove era avvenuta la teofania 1 e che quindi portava in sé l’impronta energetica della divinità. Ancora oggi è uso che i pellegrini si rechino nei luoghi di apparizione dei santi per chiedere grazie o anche semplicemente per entrare in contatto con il sacro.

Gli architetti sin dall’antichità si sono dunque dovuti interrogare sul come creare questa risonanza tra l’alto ed il basso, tra il divino e l’umano. Tra le popolazioni dell’antico mediterraneo invalse quindi l’uso di recintare il luogo di manifestazione della divinità, creando in questo modo un “Temenos”, parola dell’antico greco che significa “diviso”, “separato”. Si avvertiva dunque la necessità di distinguere nettamente il luogo del vivere comune da quello dedicato al culto della divinità. Dalla parola “Temenos” deriva infatti quella latina di “Templum” e l’italiano Tempio, inteso come edificio dedicato esclusivamente al culto di un numen 2.

Come invitare un Dio a scendere nella dimora a lui dedicata?

Ora come nell’antichità ogni Dio, come oggi accade per i Santi della liturgia cattolica, aveva un proprio giorno di celebrazione. Tra i più importanti ricordiamo il “dies natalis Solis”, il giorno di nascita del Dio Sole, che ricorreva nel solstizio d’inverno. Nell’erigere un tempio si rendeva quindi necessario tenere in conto questo giorno particolare perché solo il quel giorno la divinità si rendeva effettivamente presente e si manifestava sulla terra. Ecco quindi che i maestri di cantiere “catturavano” l’ombra del sole nel giorno di ricorrenza della divinità al fine di tracciare con questa un asse est – ovest che avrebbe orientato per sempre l’edificio in corrispondenza della festività del Dio. In questo modo i primi raggi del sole avrebbe donato energia alla raffigurazione del numen posto in fondo al tempio, nel sancta sanctorum.



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Note:

  1. Parola composta da due termini greci, theos  e phàinein, letteralmente Dio e manifestarsi, ovvero luogo nel quale il Dio si è mostrato.
  2. Termine latino che si riferisce alla divinità ed alla sua potenza.

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