Turchia. Viaggio gastronomico nella terra dei Sufi

Postato da on September 17, 2014 in nutrirsi consapevolmente | 0 commenti

Turchia. Viaggio gastronomico nella terra dei Sufi

Quando intraprendo un viaggio all’estero per fortuna non parto mai con particolari aspettative. Probabilmente mi spinge una fiducia di fondo in base alla quale tutto ciò che incontrerò rappresenterà comunque una ricchezza, qualcosa che mi completerà. Da appassionata di cibo e di gusto quale sono, appena varco la soglia di una “terra nuova”, dirigo i miei sensi verso le usanze culinarie del posto. D’altro canto qualsiasi itinerario si possa scegliere, tutti dobbiamo mangiare prima o poi. Prendiamo spesso questo atto, questa abitudine, come un fatto scontato ma se ci pensate bene, soprattutto in terra straniera, noi immettiamo del cibo dentro di noi che in fondo non conosciamo, non ci è familiare nella maggior parte dei casi. Ed in effetti, se osservate bene chi viaggia e mangia con voi, magari noi stessi, si notano sguardi allarmati, i nasi si avvicinano alla pietanza più di quanto lo facciano quando si mangia la nostra adorata pasta asciutta, mezzi sorrisi sembrano celare un misto di entusiasmo e disagio per il “nuovo”…tentativi di trovare similitudini con “la pappa del nostro Paese “sembrano inevitabili…insomma non è poi così naturale mettersi cibo in bocca in terra straniera! Ma superato questo “violento” step, o per fame o per resa al processo, ci lasciamo andare, iniziamo a prendere con-tatto con deliziosi manicaretti ed al controllo ossessivo di dare una spiegazione a tutti i sapori inusuali, scatta (di solito) una goduriosa ricettività dei sensi verso gusti più o meno nuovi.

La Turchia, anche per i vegetariani come me, offre molte possibilità di scelta rispetto al cibo. In generale si percepisce quella gradevole mediazione tra i gusti mediterranei e quelli arabi. Una bilancia perfetta per il mio gusto personale. Il prepotente cumino in realtà è cosa sobria rispetto alle audaci combinazioni di origano, yogurt e pomodoro. Il momento del pasto è spesso caratterizzato da una buona varietà di antipasti serviti insieme o uno di seguito all’altro. Tra questi vi sono deliziose preparazioni di pasta phillo come i sigara boregi, ossia dei sigari di pasta phillo farciti con formaggio ed erbette (menta o prezzemolo), di solito accompagnati da dolma, ossia involtini di foglie di vite ripieni di riso e da melanzane e peperoni anch’essi ripieni di riso; non meno inusuale troviamo il borek, una sorta di torta salata farcita con formaggio e spinaci. A volte in tavola sono presenti anche dei peperoncini verdi piccanti, i cosiddetti tursu.

Questi antipasti spesso sono seguiti da zuppe di vario genere: zuppa di fagioli accompagnata con riso in bianco, zuppa di lenticchie rosse arricchita con bulgur, zuppa di funghi oppure preparazioni di grano al pomodoro.

Un primo piatto d’eccezione è il cosiddetto manti, ossia una preparazione fatta di piccolissimi ravioli confezionati a mano e conditi con salsa allo yogurt, concentrato di pomodoro, cumino e origano (o altre spezie).

Come secondi vegetariani non mancheranno le famose “casserole”, ossia preparazioni di verdure (di solito melanzane, peperoni e funghi) messe in una monoporzione abbondante di terracotta e gratinate al forno. Di solito queste preparazioni possono essere semplici, ossia solo di verdure, oppure più ricche. In quest’ultimo caso saranno completate da formaggio sciolto oppure uova.

Come ottimo accompagnamento, la cucina turca propone una specie di focaccia morbida di pane che, se i sensi non mi ingannano, è fatta dallo stesso impasto del lahmacun, una sorta di pizza condita con formaggio e verdure ma di uno spessore più sottile. Altro accompagnamento può essere il simit, ossia una ciambella di pane, croccante fuori e morbida dentro ricoperta da semi di sesamo tostati o di girasole. La troviamo spesso anche come street food.

Ottimo è anche il gozleme (foto dell’articolo), una sorta di “piadina” farcita con formaggio (a volte feta) e verdure. Al mio gruppo di viaggio lo preparava la mattina a colazione una adorabile ragazza dell’hotel…

Non mancherà certo il dessert! Ho avuto la fortuna di assaggiare una buonissima baklava. Un dolce fatto con la pasta phillo, la frutta secca ed il miele (trovate la ricetta nel secondo articolo di questa settimana).

E dopo tutte queste prelibatezze, come non si può finire il banchetto con un buon caffè turco o un digestivo apple tea?

Qualsiasi cosa prendiate, fate attenzione ai camerieri…sembra siano particolarmente efficienti nel togliervi il piatto prima che finiate l’ultimo boccone 😉

Buona vita e grazie Turchia!



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