Viaggiare, scoprire i propri confini

Postato da on September 15, 2013 in a casa di Lori e Giò | 0 commenti

Viaggiare, scoprire i propri confini

Viaggiare, uscire dal proprio territorio fisico e interiore… stimolati dalla la voglia di conoscere altri mondi al di fuori dal proprio, sperimentare la diffidenza o l’accoglienza di un popolo rispetto alla nostra presenza. Sentire in noi la naturale curiosità di conoscere ciò che è lontano dalle nostre tradizioni… guardare, a volte toccare, assaggiare e assaporare i profumi e gli odori, i colori di un popolo diverso dal nostro.

Ogni viaggio è un momento di scoperta di noi stessi e dell’altro, nostro specchio.

Viaggiare è uscire dai nostri confini e dalle nostre abitudini quotidiane, ci offre l’opportunità di osservare il mondo da un punto di vista insolito, di confrontarci con le energie di altri popoli, ci fa sperimentare quanto la diversità possa essere un grande arricchimento.

Ancora una volta al ritorno da un magnifico e appagante viaggio, questa volta nella splendente Grecia, ci troviamo a riflettere su ciò che esso abbia significato per noi e a quali sensazioni e scoperte ci abbia portato.

Spesso durante i nostri viaggi il nostro sguardo, guidato anche un po’ dalla nostra professione, si è soffermato a osservare come i vari popoli abbiano scelto di trasformare il loro territorio e l’architettura del luogo in cui vivono.

La naturale necessità di protezione ha da sempre influenzato la scelta del territorio, da sempre l’essere umano scelto i luoghi su cui insediarsi in base alla conformazione fisica e climatica del terreno, il mare le alture e le isole hanno da sempre svolto una funzione di naturale salvaguardia e hanno reso più semplice stabilire confini.

Ogni popolo racchiude in se la propria personalità e questa è resa visibile dalla modalità con cui ha creato la propria architettura nei luoghi in cui ha affondato le proprie radici. A noi personalmente è capitato molte volte di arrivare a comprendere ciò che avevamo letto e visto sui libri solamente nel momento in cui abbiamo avuto l’occasione di visitare direttamente quei luoghi.

Le energie e la conformazione dei territori entrano in comunione con chi le abita e ne formano il carattere e la personalità.

Come ogni popolo, ogni persona struttura i propri confini, ognuno di noi a seconda della personalità racchiude in se la capacità di auto protezione. Un limite è un confine tra noi e ciò che è fuori, è protezione… ci dà sicurezza, ci permette di trovare il tempo e lo spazio interiore ed esteriore per guardare dentro di noi con maggiore profondità, ci permette di conoscerci meglio e accudirci, delimita il nostro territorio interiore e ci riporta alle nostre radici.

Ma dentro di noi esiste anche la capacità di aprirci, di accogliere ciò che ci arriva dall’esterno e che anche se sconosciuto, ci può arricchire, dare apertura, aumentare la nostra la capacità di accogliere l’altro.

Ogni personalità racchiude in sé in minore o maggiore misura, la capacità di mettere limiti o essere aperti al mondo e ai nostri simili. A ognuno di noi è capitato di trovarsi un situazioni in cui non avremmo voluto essere o di scoprirci a dire si a persone a cui avremmo voluto dire di no, a volte ci carichiamo di compiti e responsabilità, siamo sempre pronti ad aiutare gli altri. Questo ci rende incapaci di ascoltare i nostri bisogni. Altre volte ci sentiamo rigidi e isolati, mal disposti al contatto fisico ed emotivo con l’altro. Tutto questo ha a che fare con la capacità di gestire e mettere chiari confini. Come sempre ogni visione personale porta le proprie risorse e i propri disagi… quel che veramente conta è saper discernere e  mediare tra le opposte energie che si muovono nella nostra interiorità.

E allora quale può esser un’occasione migliore del viaggio per mettere alla prova se stessi, per allargare la propria capacità di comprendere quale risorsa possiamo trovare in ogni persona o in ogni popolo che visitiamo?

Viaggiare per approfittare dell’essere al di fuori delle proprie mura per sperimentare l’altrui e la nostra capacità di accoglienza, perchè viaggiare ci porta a osservare tutto come sotto ad una lente d’ingrandimento.

Approfittare del viaggio per sentire quanto in realtà siamo in grado di fidarci di ciò che non ci appartiene, ci appare estraneo. Sentire quanto alziamo limiti a protezione dei nostri spazi interiori, spaventati da ciò che ci appare diverso, di come questo ci impedisca di percepire ciò che di buono e arricchente l’altro ci porta. Ma sentire anche quanto a volte i nostri confini siano troppo labili e l’eccessiva apertura ci faccia sentire invasi, non accuditi.

Viaggiare è anche tornare a casa, al proprio nido. Tornare da un viaggio, è sempre piacevole c’è un momento in cui tornare a casa, rientrare in quelli che sono i propri confini, i propri punti fermi sembra essere una necessità, ritrovare la propria tana dove le sicurezze sono stabili… ed è bello tornare e magari un po’ alla volta pensare e progettare un altro fantastico viaggio per continuare il proprio cammino e sperimentare nuovi luoghi e nuove energie.



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