Da una luce spenta, un’idea luminosa
Ieri ci si è fulminata una lampadina. La nostra piccola lampadina era l’alogena di un vecchio faretto e quando siamo arrivati al banco di vendita ci siamo resi conto di quanto stiano cambiando le cose per quanto riguarda l’illuminazione. Il ricambio era lì, al costo di circa 6 euro, ma sul retro compariva la scritta: “classe D”. Ricordiamo subito che oggi qualunque oggetto che consumi elettricità viene classificato in base ai sui consumi, tendendo alla “classe A” che indica il consumo minore. Tornando alla nostra lampadina ci accorgiamo che lo stesso oggetto si può trovare in commercio in due versioni una fluorescente, classe B, ed una a LED, classe A, con una differenza di prezzo di due o tre euro.
A questo punto ci è sembrato interessante approfondire l’argomento e così abbiamo accertato che:
– una lampada ad incandescenza da 60w può durare fino a 1200 ore, ed in un anno consuma mediamente 110Kw;
– una fluorescente equivalente a basso consumo da 13w può durare fino a 8000 ore, ed in un anno consuma mediamente 24Kw;
– una lampada a led equivalente ai nostri 60 w iniziali, da 7w può durare fino a 50000 ore, ed in un anno consuma mediamente 24Kw.
Il costo di funzionamento di una fluorescente è quindi circa il doppio di una lampada a led e quello di una lampada ad incandescenza circa 9 volte di più.
Ma non è tutto, non tutti sanno che le lampade fluorescenti sono le uniche delle tre a contenere mercurio, sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni, il fegato e l’ambiente. Inoltre per il fatto di essere chiamate “a basso consumo” sono a volte consigliate anche da associazioni ambientaliste, ma emettonoradiazioni elettromagnetiche, raggi ultravioletti e infrarossi che mettono a repentaglio la nostra salute; inoltre la luce ad intermittenza che generano stanca e danneggia l’occhio. Sarebbe quindi da evitare il loro utilizzo almeno in ambienti di lavoro e camere dove vivono dei bambini.
Per quanto riguarda poi l’impatto ambientale, possiamo dire che le proporzioni delle emissioni di anidride carbonica diffusa nell’atmosfera per effetto del loro utilizzo sono più o meno quelle dei costi, anzi per le lampade ad incandescenza si sale a ben 10 volte!
Allora è il caso di convertirci alla tecnologia a LED che per quanto è di nostra conoscenza non dovrebbero causare danni alla salute umana. Quindi per sostituire correttamente le nostre lampadine è indispensabile sapere come calcolare il wattaggio corretto per avere una illuminazione equivalente a quella che abbiamo. Il confronto viene normalmente semplificato dicendo che una vecchia lampada ad incandescenza può essere sostituita in maniera equivalente in base a tabelle comparative come quella che segue, che facilmente potete trovare navigando nel web:
Tecnologia LED |
Incandescenza |
Fluorescenti (CFL) |
|
450 lumen | 3-4W | 40W | 10-14W |
800 lumen | 6-9W | 60W | 14-16W |
1100 lumen | 8-13W | 75W | 20-24W |
1600 lumen | 13-15W | 100W | 24-32W |
2600 lumen | 21-25W | 150W | 30-55W |
Noterete che la prima colonna parla di lumen, ed in effetti più che di equivalenza in watt dovremmo parlare di quella appunto in lumen, unità di misura del flusso luminoso, che indica la quantità di luce emessa dalle lampadine. Sembrerebbe quindi che leggendo l’indicazione del rendimento in lumen, che ora viene riportato sulle confezioni, si possa fare un immediato e semplice confronto, ma ci siamo accorti che purtroppo non è così perché entra in gioco anche il fattore dell’ampiezza del fascio luminoso. La vecchia lampada ad incandescenza distribuisce i suoi lumen in tutte le direzioni, così come una fluorescente, ma una lampada a led no, produce un “fascio” di luce di una certa ampiezza, diversa a seconda della forma e tipologia della lampada.
Nessuno, quindi, vi parla di una equivalenza di luce percepita perché il fattore ampiezza del fascio è ancora molto importante. A titolo di chiaro esempio vi facciamo notare che se voleste sostituire un tubo fluorescente, quello che di solito identifichiamo come neon, acquistando un tubo a led, che sembra identico, otterrete luminosità solo nella parte inferiore e così dovrete rinunciare a tutta quella parte di luminosità rimandata dalla parte riflettente che poi è quella che amplia il fascio di luce.
Ci siamo poi resi conto che nel web si possono trovare notizie imprecise e spesso anche contraddittorie, e che anche i cataloghi tecnici delle grandi case produttrici non aiutano molto perché risultano difficili da interpretare nella gestione pratica.
Da tutto ciò capiamo che dovremmo usare le lampadine fluorescenti con maggiore attenzione, ricordando anche che devono essere smaltite nel modo giusto, e che se vogliamo risparmiare dobbiamo puntare innanzitutto sull’isolamento della casa, dato che per l’illuminazione spendiamo circa il 15% della bolletta e i maggiori consumi sono dovuti al riscaldamento e al rinfrescamento delle abitazioni.
Per concludere possiamo quindi dirvi che il futuro è certamente dei LED, che le fluorescenti sono piuttosto pericolose, ma il presente è ancora “work in progress”.









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