Il punto di vista del Counselor

 

In questa rubrica ci occuperemo di alcuni tra i temi più sentiti del nostro quotidiano, nell’ottica del counseling. Si tratta di un nuovo orientamento di matrice anglosassone, nato dalla convergenza di studi psico-umanistici. Suoi elementi fondanti sono: la centralità della persona, l’ascolto empatico ed attivo, la brevità degli interventi ed il dedicarsi prevalentemente alla prevenzione del disagio e alla promozione del benessere individuale.

L’approccio specifico è quello della Media-Comunic-Azione®, modello teorico elaborato da Zuleika Fusco, per la formazione di professionisti esperti nella comunicazione e nella relazione d’aiuto. È un metodo formativo che interviene a sostegno di individui o gruppi ed aiuta a trasformare il disagio in armonia, per elevare l’autostima e migliorare la qualità della vita, sia privata che sociale o lavorativa. Protagonista del processo è l’utente stesso, cui è offerto ascolto empatico, supporto e orientamento, all’interno di una relazione basata sull’auto-osservazione e sulla promozione dell’autonomia. Il counselor M-C, quindi, facilita la scoperta di nuovi punti di vista e di risorse interiori, che portano alla soluzione autonoma del proprio disagio e che diventano strumenti di supporto per scelte, decisioni e cambiamenti consapevoli.



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Giocare e mettersi in gioco

Postato da on November 9, 2015 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

Giocare e mettersi in gioco

il bello di spostarsi un po' dai nostri comportamenti ordinari, per entrare in una sfera di attività con finalità tutte proprie, quella che il bambino spesso definisce "fare finta" o "fare x scherzo", dove consentirci esperienze che solitamente non fanno parte della nostra quotidianità di adulti...

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A lezione da Gretel

Postato da on October 5, 2015 in il punto di vista del counselor | 2 commenti

A lezione da Gretel

Oggi torno a scrivere dei miei gatti e di come sappiano essere sempre una fonte di riflessione profonda. Voglio condividere con voi la storia di un evento traumatico, dal rifiuto all’accettazione, e della sua felice risoluzione.

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Far splendere le cicatrici

Postato da on June 3, 2015 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

Far splendere le cicatrici

Il kintsugi ci suggerisce di guardare ai “cocci” che abbiamo tra le mani in un certo momento della nostra esistenza come alla possibilità di trasformarli in qualcosa di nuovo e più pregiato.Soffermarci sulle “crepe” può aiutarci a coglierne un senso diverso. Potrebbe essere un’ottima occasione per accettare dei nostri punti deboli e tramutarli in ricchezza...

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SULL’INVIDIA. COME TRASFORMARE LA PENA IN CURA DELL’ANIMA

Postato da on May 19, 2015 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

SULL’INVIDIA. COME TRASFORMARE LA PENA IN CURA DELL’ANIMA

L’invidia è uno dei sentimenti più pesanti e difficili da confessare, avvolge in una spirale discendente e consuma chi la prova. Tuttavia, se gestita e trasformata, può essere l’ispirazione per l’evoluzione ed il miglioramento, a partire da sé...

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Questo è un tuo punto di vista…

Postato da on May 4, 2015 in il punto di vista del counselor | 1 commento

Questo è un tuo punto di vista…

"Questo è un tuo punto di vista…" frase che spesso entra nei nostri discorsi, formali o intimi, quando sentiamo il bisogno di sottolineare un pensiero o un sentire diverso da quello del nostro interlocutore. vorremmo che fosse riconosciuta la nostra ragione. e invece?...

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I SEGRETI DEL NUTRIMENTO. QUANDO IL CIBO APRE LE PORTE DELL’ANIMA: CRONACHE DAL CAFE’ PHILO

Postato da on April 23, 2015 in il punto di vista del counselor | 2 commenti

I SEGRETI DEL NUTRIMENTO. QUANDO IL CIBO APRE LE PORTE DELL’ANIMA: CRONACHE DAL CAFE’ PHILO

Il potere evocativo ed emozionale del cibo. Molto più che nutrimento per il corpo, uno stargate capace di trasformare l’altrove in qui ed ora, di superare tempo e spazio per trasportarci nei ricordi o in mondi non ancora esplorati; una porta spalancata al cuore e una carezza all'anima, quando ne conosciamo segreti ed energie, un veleno invece quando diventa stampella o la brutta copia di un bisogno.

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AFFETTIVITA’ MASCHILE E FEMMINILE. Stessi bisogni, linguaggi diversi? Cronache dal Café Philo (II parte)

Postato da on February 4, 2015 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

AFFETTIVITA’ MASCHILE E FEMMINILE. Stessi bisogni, linguaggi diversi? Cronache dal Café Philo (II parte)

Venere e Marte non sono pianeti ma solo alfabeti diversi che esprimono lo stesso bisogno d'amore.

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AFFETTIVITA’ MASCHILE E FEMMINILE. Stessi bisogni, linguaggi diversi? Cronache dal Café Philo (I parte)

Postato da on January 18, 2015 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

AFFETTIVITA’ MASCHILE E FEMMINILE. Stessi bisogni, linguaggi diversi? Cronache dal Café Philo (I parte)

Chi non conosce la celeberrima affermazione secondo cui “gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”? Dobbiamo proprio rassegnarci al fatto che l’altro sesso sia di razza aliena quindi impossibile a capirsi? O non è forse grazie alla diversità che possiamo trovare nuove risorse e chiavi di lettura, a cominciare da noi stessi? Non sarà che ciò che consideriamo ‘ostacolo’, diventi l’opportunità di spostarci dai binari dell’autoreferenzialità e allargare le prospettive?

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Il potere del silenzio o l’energia della parola? Cronache dal Café Philo

Postato da on November 12, 2014 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

Il potere del silenzio o l’energia della parola? Cronache dal Café Philo

E’ vero che il silenzio è d’oro ma è altrettanto vero che le parole possono cambiare il mondo. Qualità di ogni essere umano, si rivelano da sempre strumenti complementari di grande efficacia, sia nella comprensione di sé che nei rapporti con gli altri ... il nostro ultimo dibattito al Café Philo.

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Il Tai Chi e la consapevolezza di sé: intervista al maestro Marco Morena

Postato da on October 25, 2014 in il punto di vista del counselor | 0 commenti

Il Tai Chi e la consapevolezza di sé: intervista al maestro Marco Morena

Quando si inizia a volersi conoscere meglio, ad appassionarsi a se stessi, si è portati a credere che i percorsi di consapevolezza riguardino solo la sfera dell’interiorità. Al contrario, più si va in profondità più si sente l’esigenza di esprimere anche fisicamente ciò che siamo o ciò in cui crediamo. Ad esempio con il Tai Chi ...

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