Quando le sicurezze diventano “prigioni”… riflessioni sulla comfort zone (seconda parte)
Proseguiamo il nostro discorso sulla comfort zone focalizzando l’attenzione sugli aspetti di risorsa di cui possiamo beneficiare se usciamo da questa “zona” e trasformiamo la paura in coraggio. C’è un presupposto fondamentale da prendere in considerazione prima di ogni altra cosa: è necessario AGIRE. Non possiamo attivare nessuna trasformazione in noi stessi solo parlando o pensando. Uscire dalla comfort zone significa uscire dagli schemi mentali e comportamentali, perlomeno alcuni e sviluppare maggiore flessibilità nell’adottare sempre nuovi punti di vista. Attenzione! Parlo di “punti di vista” e non di VALORI che invece rappresentano la modalità attraverso la quale rappresentiamo la nostra etica.
Solitamente quando non agiamo sta “agendo” in noi una vulnerabilità e questo è un concetto che abbiamo avuto modo di affrontare già in precedenza. Tuttavia l’immobilità, che è ben diversa dallo “stare” consapevolmente con quello che c’è nel qui ed ora, porta alla stasi, ad una non evoluzione. Ognuno di noi funziona in maniera diversa, per esempio io sono, come mi definisco, “la donna degli eccessi”, cioè istintivamente tendo a toccare un polo o l’altro. Di per sé questo non è un atteggiamento errato ma può diventarlo se costituisce un alibi a bloccare un certo processo per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati. E’ molto più impegnativo mettere in pratica con costanza determinati cambiamenti che fare finta di farlo in maniera eclatante, non credete? Bene, per agevolarci potremmo mettere nero su bianco alcune piccole e grandi azioni da praticare:
– cambiare strada per andare a lavoro;
– usare più fantasia quando cuciniamo, osare con qualche ingrediente esotico se non l’abbiamo mai fatto oppure prediligere la semplicità se solitamente ci ingarbugliamo il cervello per qualsiasi ricetta;
– frequentare posti nuovi (corsi, ristoranti);
– mangiare più spesso soli o in compagnia (dipende da cosa dovete esperire maggiormente);
– prevedere qualcosa da fare di diverso nel fine settimana (la maggior parte delle persone fanno esattamente le solite cose nel week end e nell’esatto modo!);
– passare più tempo in famiglia se siamo tipi “very social” oppure il contrario;
– organizzare una vacanza da soli se si è abituati a stare in compagnia oppure organizzarla insieme ad altri se siamo dei “lupi solitari” ;
L’elenco potrebbe essere lunghissimo…
Cari lettori vi invito caldamente a fare anche voi il vostro elenco con vera sincerità nei confronti di voi stessi. Non bisogna essere diversi da ciò che si è ma siete veramente sicuri di aver compreso a fondo chi siete?!…
Espandere con consapevolezza la propria comfort zone vuol dire aprirsi ogni giorno di più ad un’ampia gamma di risorse personali, scoprirsi competenti e fare esperienza di sé per poter finalmente scegliere con LIBERTA’! Siete pronti a volare? Le chiavi della gabbia le avete voi…
Buon viaggio!









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