Quando le vie dello Spirito passano dalla Materia

Postato da on February 16, 2014 in eso-pensieri | 4 commenti

Quando le vie dello Spirito passano dalla Materia

Alzare gli occhi verso il cielo. Un gesto che in qualche modo è espressione di attesa, di speranza o di richiesta per molti di noi. Non è un’acquisizione recente della nostra cultura, tutt’altro, si tratta di un gesto talmente antico che è ormai entrato nel nostro DNA e quando un atteggiamento diventa così stabilito nella prassi è sempre bene domandarsi quale sia la sua origine.

Nell’immaginazione degli antichi greci le divinità erano già in “alto” sul monte Olimpo o sul Parnaso ed è lì, sopra le nuvole, che si aspettavano di trovarli e di scrutare la loro volontà. Dagli uccelli che volano in alto nel cielo si attendevano i responsi mantici che riguardavano il futuro della tribù e vi era una casta di sacerdoti che aveva il compito specifico di comprendere questi messaggi. Ancora oggi Dio risiede nell’alto dei cieli e tutta l’iconografia cristiana è orientata alla verticalità, allo spingere in alto i cuori dei fedeli nell’ascesa verso il cielo, visto come meta futura e promessa di salvezza.

Gli esseri umani sono quindi considerati “pellegrini” nel loro stato corporale, come se fossero “nel mondo” ma non “del mondo”. Da questi presupposti, che spingono a guardare il futuro solo in senso spirituale, sono nati terribili malintesi che a tutt’oggi sono fonte di sofferenza nella nostra società. Il tema della sofferenza è un discorso molto forte perché ci mette davanti ai limiti culturali della nostra epoca, che non è stata in grado, visti i presupposti di cui si parlava, di creare un rapporto con il corpo che fosse saggio ed equilibrato. Che rilevanza può infatti avere il “qui ed ora” se siamo solo di passaggio e, come si diceva pocanzi,  pellegrini nel mondo? Nessuna.

Da tale considerazione appare in tutta la sua evidenza che il corpo e tutto ciò che con esso è in relazione, non ha importanza e che addirittura il vivere con naturale spontaneità gli impulsi che provengono dal quest’ultimo, può essere causa di allontanamento dallo spirito. In senso simbolico questa lotta tra corpo è spirito è ottimamente rappresentato già nei lapicidi antichi dove veniva rappresentato il combattimento tra l’Aquila, aspetto spirituale / celeste dell’uomo, ed il Serpente, aspetto ctonio / terrestre. Lo stesso Jung sulla sua lapide ha fatto incidere la seguente frase:

“Primus Homo de terra terrenus – Secundus Homo de caelo caelestis”

L’epoca in cui viviamo soffre dunque di un rapporto con il corpo che è visto quasi fosse un nemico da combattere. Già altre volte abbiamo visto come questa tendenza sia da riferire all’impostazione patriarcale ma nel particolare momento storico che stiamo affrontando è divenuto più che mai necessario recuperare un buon rapporto con la nostra fisicità. La dicotomia spirito / corpo è un inganno della nostra mente che per capire ha necessità di classificare e quindi di dividere la realtà in opposti che sebbene siano senz’altro utili, dovrebbero rimanere nella sfera delle categorie mentali, senza invadere campi sottili che non sono di sua competenza.

Dunque così come la fisica quantistica ci ha aiutato a comprendere che spazio e tempo non sono qualità separabili e che la luce è contemporaneamente sia onda che particella, nello stesso modo dovremmo vedere spirito e corpo come due facce della stessa medaglia. Si arriva all’una passando dall’altra. Le vie dello spirito diventano quelle della materia (da Mater, madre) e quelle della materia diventano quelle dello spirito.

Ecco quindi che prenderci cura del nostro corpo diventa, per paradosso, una delle vie che conducono ad una reale elevazione del nostro aspetto sottile.

Lungo questo percorso possiamo avvalerci del valido aiuto delle energie femminili che vivono dentro di noi. Demetra per prima è in grado di fornirci sia il sostentamento materiale che quello relativo al sottile, li dove piacere fisico e piacere spirituale diventano una cosa sola.
 

 



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4 Commenti

  1. Non poteva capitare più a fagiolo questo articolo :)) ti scrivo un qualcosa che si sposta leggermente dal tuo articolo ma in parte è pertinente : ci ho messo anni – e credevo di aver capito- ma non avevo compreso nulla. Fino a un’intuizione dell’altro giorno avvenuta come un lampo e mi sono resa conto di quanto dormivo sonni profondi su questo argomento… anche la questione del potere femminile che io credevo di aver compreso cosa fosse e dove fosse ..avevo sempre la sottile pretesa di portarlo un pochino in alto… al cuore e alla testa perchè lo ritenevo “maschilista” e degradante affondarlo negli abissi dei primi chakra… come se il vero potere della donna in fondo in fondo fosse solo quello della terra, del sesso… non so se mi sono spiegata bene… l’idea femminista mi sembrava in realtà molto maschilista…come a voler cercare riscatto in un piano fisico, nutritivo, sessuale o emotivo… il mio rifiuto storico della catena di essere madre, amante, sposa , donna sempre dipendente da una relazione mi aveva portato fuori strada ad ogni modo perdendomi nella selva dei pregiudizi e risalendo nelle conscie e inconscie convinzioni della nostra cultura diadica e dicotomica… alla fine mi è arrivata una specie di intuizione… che a dirla ti sembrerà un po’ la scoperta dell’acqua calda XD… è vero che il potere tellurico è potente almeno quanto quello celeste… portiamo un miracolo di trasformazione e di radicamento portentoso dentro, le donne ma anche gli uomini… e neppure lo sappiamo…e finalmente ho capito perchè il femminile è concreto… questo aggettivo non riuscivo proprio a legarlo. Grazie e scusa le imprecisioni che si sono in questo commento ma è sempre tosto tradurre un’intuizione in parole. E poi..tornando a un discorso più centrato sul tuo articolo… senza radice ci si disperde nello spazio… la mia natura “volatile” l’ha capito subito :P… a voltare le spalle alla materia c’è solo da rimetterci. Grazie!

    • Grazie della bellissima condivisione Ila. Quello che scrivi è assolutamente pertinente e sono felicissimo di questa tua acquisizione. Ogni volta che si accende una scintilla è un grado in più di libertà che si conquista e che ci rende più simili a quello che realmente siamo, al di là dei condizionamenti esteriori (che poi diventano anche interiori). Un grandissimo abbraccio e buon percorso :-) !

  2. mi capita di rileggere questo articolo “per caso” pubblicato di nuovo su Facebbok. Mentre lo rileggevo la mia mente faceva un velocissimo passo all’indietro e, senza scomodare l’aspetto piu’ sottile e il senso piu’ profondo della dicotomia corpo-spirito, porto una sfumatura piu’ semplice con un ricordo dell’infanzia… quando ero piccola e mia nonna mi portava a messa. La domenica mattina cominciava a salirmi l’ansia, per prendere la comunione bisognava stare a digiuno ed io che ero di buona forchetta (a quel tempo mi chiamavano “pallottina”) al solo pensiero che avrei potuto mangiare solo al ritorno dalla messa mi creava ancora piu’ fame e mi sentivo male. Passavo tutta la mattinata a non pensare alla fame ma l’effetto era esattamente il contrario cosìcchè di nascosto qualche volta pizzicavo qualche biscotto, con il risultato che poi a messa mi sentivo in colpa. E lì cominciavo a chiedermi “ma se Gesù ci ama e ci vuole osì bene perchè ci dice che non dobbiamo mangiare prima di prendere il suo Spirito? ma se io sto bene col corpo sto anche più serena e se sto in pace voglio ancora più bene a Gesu’ e il suo spirito sarà ancora piu’ contento di entrare dentro un corpo felice” Ecco questo era la logica di una bambina che metteva Spirito e corpo sullo stesso piano…e si sa che i bambini sono sempre stati piu’ saggi degli adulti. 😉

    • Ciao Mirna, convengo con te. Le regole imposte dalla morale religiosa, specie in occidente, hanno tutte un orientamento fortemente patriarcale che esclude e critica tutto quello che riguarda il corpo e le sue funzioni. Per fortuna nei bambini c’è una profonda saggezza che gli adulti spesso non sono più capaci di ascoltare, in grado di ristabilire un corretto equilibrio. Un caro abbraccio e buona vita :-) !

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