L’ascolto attivo non pregiudica

Può sembrare quasi ovvio che in ogni tipo di relazione d’aiuto, dovremmo agire con un atteggiamento non giudicante, ed è necessaria l’accoglienza, l’empatia e la vera capacità di ascolto.

In effetti un vero professionista della relazione d’aiuto, solo per definirsi tale, dovrebbe saper gestire i pensieri e le emozioni che si attivano di fronte a qualcun altro, e sicuramente imparare a sospendere il giudizio (piuttosto che non giudicare), cosa che richiederà sempre una grande dose di impegno e attenzione.

Giudicare è un comportamento innato nell’uomo, ovvero viene attivato dalla sua parte più istintiva; poi nel tempo, grazie all’esperienza e alle conoscenze accumulate, può affinarsi per diventare soprattutto capacità di valutazione.

Quindi è un’espressione della natura umana, nonché una capacità che ci permette di sopravvivere, evitando rischi e situazioni pericolose, per scegliere poi comportamenti che siano per noi benefici e gratificanti.

A questa parte naturale dell’espressione del giudizio, si affianca la componente culturale, che deriva in particolare dal nostro bagaglio personale, la quale solitamente ci fa attivare dei pregiudizi.

In realtà ciò che si rivela fondamentale per meglio gestire le relazioni interpersonali è superare i pregiudizi.

Se in un primo momento il pregiudizio ci permette di osservare e agire con tempestività magari, per altri aspetti serve esserne coscienti e andare oltre, mettendo in discussione delle idee preesistenti e ampliando la nostra visione.

Comprendere che una nostra impressione può essere molto influenzata da un preconcetto, è tanto importante quanto complesso nella pratica.

Chiaramente il pregiudizio si attiva di fronte alle diversità: opinioni, scelte, comportamenti, immagini personali più o meno distanti dalle nostre, e spesso è basato soltanto su ciò che vediamo.

Il senso della vista, ha spesso un ruolo preponderante sugli altri, in quanto è direttamente connesso con la parte logica e razionale della nostra psiche, e può decisamente condizionare i nostri comportamenti.

Pensiamo banalmente come una persona ben vestita, gentile ed elegante ci predispone ben diversamente da una sgarbata e trascurata…

Quindi per sviluppare un atteggiamento accogliente, potremmo mettere in discussione delle convinzioni, o la validità delle nostre idee (ed esperienze pregresse), e dare maggiore importanza alle tante informazioni che possono arrivarci al momento.

Poi occorre provare a porci in modo neutro (quanto più possibile)  rispetto al mondo altrui con cui entriamo in contatto, che per definizione è diverso dal nostro e quindi va conosciuto.

Dovremmo evitare il filtro (automatico) della visione precostituita in noi, che spesso si attiva anche inconsciamente.

Ed imparare ad ascoltare davvero.

Ascoltare in modo attivo è una competenza fondamentale nella relazione d’aiuto.

Saper ascoltare richiede una presenza autentica, un vero interesse, un’attenzione rivolta soprattutto all’altro, un’osservazione che catturi ciò che possiamo cogliere con tutti i nostri sensi (le parole mi faranno arrivare una minima parte di ciò che posso conoscere)

E in certi momenti saper tacere…quanto è importante!

Per dare all’altro il tempo di esternare, condividere, rispettando ciò che emerge.

Senza la fretta di trovare la migliore risposta per sentirmi utile, o magari dimostrare che sono dalla parte della ragione…

Iniziare a sperimentare l’ascolto attivo potrebbe essere il primo passo per provare ad agire quella sospensione del giudizio.

Ammettendo che può essere un obiettivo faticosamente raggiungibile, visti i tanti pregiudizi e le tante convinzioni che solitamente ci appartengono.

Ma anche se la strada non sarà facile, iniziamo con intenzione vera, per procedere a piccoli passi

Forse sospendere il giudizio riuscirà meglio a chi si conosce abbastanza bene, chi sa ascoltare prima di tutto se stesso, con accoglienza e rispetto della propria persona

E presto tornerò ad approfondire quanto si può rivelare difficoltoso, ma determinante per un rapporto umano empatico,

accogliente e costruttivo, in ogni tipo di contesto.

 

“ La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione”

Carl Rogers

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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