Ri-nascere di responsabilità (terza ed ultima puntata)

Postato da on May 1, 2013 in nutrirsi consapevolmente | 4 commenti

Ri-nascere di responsabilità (terza ed ultima puntata)

Responsabilità, ossia l’abilità nel darsi risposte.

La scorsa volta si è posta l’attenzione sull’importanza del “sentire” nel processo di responsabilità volendo intendere l’ assoluta necessità e capacità di percepire la direzione che si vuole prendere. Ma non basta l’intuizione. Il “movimento” interiore, principio femminile, perderebbe di senso e di efficacia se non fosse accompagnato dal complementare principio maschile legato al “fare”, cioè alla concretezza. Nella scuola di counseling in Media-Comunic-Azione®, come suggerisce l’ultima parola (Azione) ci si concentra sulla possibilità di un percorso di crescita personale legato proprio all’integrazione (mediazione) tra il maschile ed il femminile, Energie complementari ed ugualmente importanti. Quante volte chi si è trovato ad iniziare un percorso di crescita personale ha potuto constatare di aver compreso molte cose di sé e addirittura di essere maggiormente in contatto con i propri bisogni? Eppure scommetto che nella maggior parte dei casi, praticamente, non si è cambiato nulla nella propria vita, non si è messa in atto nessuna modifica nel proprio quotidiano rendendo sterile l’importante lavoro svolto a livello interiore. Ci facciamo spesso bastare la mera spiegazione o interpretazione di quanto ci accade dentro. Nonostante abbiamo chiare le nostre emozioni e i nostri intenti, scegliamo spesso di non accompagnare tutto ciò con delle AZIONI, magari anche piccole, ma fondamentali per consolidare le intenzioni e, aggiungo, per verificare se ciò che avevamo sentito sia effettivamente compatibile con un aspetto pratico e reale di vita. La non-azione ci preclude un atto fondamentale: L’ESPERIENZA. L’esperienza, unica e soggettiva, rappresenta il vissuto reale ( e non solo pensato) che ci svela l’autenticità del nostro sentire. E’ il modo di VIVERE a pieno la vita e di ri-calibrare man mano i nostri veri bisogni. In questo senso cresce la responsabilità nei nostri confronti perché decidiamo di scegliere di metterci in gioco e di allenare la nostra capacità nel darci risposte. Sottrarsi alle esperienze che percepiamo possano esserci utili rappresenta una mancata occasione, seppur da questa si può ripartire. Il mio inconscio ha un modo tutto suo di stimolarmi verso l’azione e lo fa ogni volta che a livello onirico mi ripropone immagini di me che corro pienamente e liberamente in continuo “movimento”…interiore ed esteriore…

Buona corsa a tutti…

 



facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedin
facebookrssyoutube

4 Commenti

  1. Grazie Marcella, mi risuona molto per il mio rapporto un po’ problematico con l’Esperienza … e per la percezione di avere scarsa capacità di incidere sul quotidiamo. Ci lavorerò sù! :)

    • Ciao Ilaria,
      comprendo bene la “fatica” di modificare le abitudini, soprattutto quelle cattive e ristagnanti. Sono una persona che istintivamente cristallizzerebbe ogni situazione, non modificandola più…però la Vita insegna…La percezione di essere poco capaci a volte diventa un alibi per non fare e si rischia di mettersi in un circolo vizioso che ha ben poco di sano. Per quanto mi riguarda il mio impegno costante per trasformare il “vizioso” in virtuoso è la mediazione tra la disciplina e la curiosità. C’è una parte di me, che va nutrita costantemente, che si incuriosisce nel vedermi fare ed essere in maniera nuova.Potrebbe essere una strategia, non credi? Fare e stare in continuo movimento stando attenti a ripesare i propri ed autentici bisogni. Non basta fare cose a caso che anzi spesso riguardano azioni poco significative, bisognerebbe fare nel senso di mettere in pratica e dare valore a ciò che si sente ci possa nutrire veramente, anche se questo richiede fatica! Non pensare…FAI!
      Un abbraccio energetico per i tuoi passi 😉

  2. Per me il difficile è sempre stato far coincidere il fare col sentire. Nel tempo ho smesso di sentire, perché il MIO sentire non sembrava pienamente in linea con “gli altri”. Ma non ho mai smesso di fare…
    Poi a un certo punto ho avuto l’opportunità di riallineare il sentire e il fare e ora il mio fare ha un senso per me ed è estremamente gratificante. :-) Grazie al sentire!

    • Ciao Claro,
      è esattamente come dici. Non basta “fare”, anzi a volte se non accompagnato dal sentire diventa un ostacolo in più. E’ necessario mettere in pratica una certa coerenza con ciò che sentiamo. Questo dà il senso e la qualità. Work in progress…
      Grazie per il tuo intervento 😀

Leave a Reply to Marcella Gianni Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

stampa