Cari lettori,
una delle principali caratteristiche del benessere aziendale riguarda il fattore Qi (intelligenza emotiva). Spesso gli aspetti emozionali collegati all’intelligenza emotiva, offrono ai team manager, impegnati nello sviluppo delle proprie aziende, la capacità di comprendere a fondo le esigenze dei clienti. Intuire dove va il mercato significa empatizzare e risviluppare risultati che soddisfino le esigenze interne di benessere, ma anche quelle esterne di relazione e di rete. Quando si ha un disperato bisogno di chiudere una trattativa, spesso non si ascolta più molto bene. Nelle contrattazioni che precedono le vendite, generalmente non c’è nulla di meglio che utilizzare una comunicazione efficace, la quale dipende non solo dall’arte di ascoltare i clienti, ma anche di avere un cuore e pertanto un’emozione, collegata all’empatia. Ascoltare bene è un requisito essenziale per il successo sul posto di lavoro.
Negli Stati Uniti, recentemente, è stata fatta una ricerca che ha evidenziato che, ai fini di una comunicazione efficace, l’arte dell’ascolto ed il tempo dedicato al suo sviluppo, supera di gran lunga quello passato a scrivere o a leggere.
Coloro che non sanno ascoltare o che comunque non ascoltano, danno l’impressione di essere indifferenti o non interessati, il che indubbiamente rende a sua volta le persone coinvolte meno comunicative.
L’ascolto è un’arte e l’intelligenza emotiva è una sua conseguenza. Il primo passo sta nel dare l’impressione di essere disponibili: i manager con un atteggiamento di ascolto attivo, appaiono più avvicinabili e le persone se ne rendono conto. Ascoltare bene ed in profondità significa andare oltre quello che l’altro dice, facendo domande e riesprimendo, con le proprie parole, ciò che si è ascoltato, per assicurasi di averlo capito. In termine di counseling si potrebbe dire che la riformulazione effettuata dal professionista in atteggiamento dialogico, sviluppa nell’interlocutore la sicurezza di essere ascoltati.
Questa è una forma di ascolto attivo.
Un modo per dimostrare di aver veramente ascoltato l’altro, è quello di reagire di conseguenza, soprattutto se questo significa apportare qualche cambiamento nel proprio modo di operare. L’intelligenza emotiva, alla base di un ascolto attivo, necessita anche di una comunicazione non verbale, idonea ed adatta al confronto dialogico: non bisogna comunque esagerare, altrimenti si ottengono gli effetti contrari a quelli sperati.
Tra coloro che si occupano del benessere aziendale, alcuni, assumendo una prospettiva limitata del significato di empatia, fanno colare a picco le aspettative che portano all’ottenimento di una reale convivenza serena e pacifica delle persone componenti l’organizzazione stessa.
In conclusione, scrutare nella realtà dell’interlocutore offre una percezione più completa di quella ottenibile con i classici gruppi di studio ed indagini di mercato, proposti da una formazione tradizionale. Questa intima esplorazione della vita delle persone interessate, associata ad un’apertura al cambiamento da parte di un’azienda, si rivela una strategia potentissima ai fini dell’innovazione e della competitività aziendale. Spesso ciò fa la differenza tra un’azienda “tradizionale” ed una “innovativa”.
Alla prossima