Cronache dal Café Philò – L’arte della seduzione: strategia o naturalezza?

“Ciascuno di noi verifica quotidianamente, nella vita di coppia e nel mondo del lavoro, quanto importante sia l’arte di farsi amare. La seduzione, cioè il desiderio di piacere e la capacità di suscitare l’attenzione altrui, che si realizza con il corpo e la psiche, il linguaggio, i gesti, lo sguardo, è una risorsa fondamentale per coltivare e arricchire le relazioni affettive e professionali, per scongiurare la solitudine e la depressione.” (Giacomo Dacquino – medico, psichiatra, psicoterapeuta)

La seduzione è una parola speciale, magica ed evocativa che non lascia certo indifferenti. Mercoledì scorso al Café Philò eravamo in tanti e tutti molto interessati a saperne di più, scambiarci punti di vista ed esperienze personali, per afferrare ciò che resta ancora, e per fortuna, inafferrabile. Che cos’è dunque la seduzione? Fascino, bellezza, eros, innocenza, mistero, potere, piacersi, armonia, leggerezza, sorriso … tutto questo e ancor di più, un contenitore inesauribile, di sicuro un’energia magnetica ed irresistibile che ha la capacità di attivare in noi le risorse migliori e suscitare nell’altro attrazione, desiderio e la migliore delle predisposizioni nei nostri confronti.

L’etimo rimanda alla facoltà di condurre a sé o, secondo l’interpretazione più evoluta di A. Carotenuto, condurre l’altro in un posto altro, in un’altra dimensione dove ogni alchimia si realizza. Come si esercita allora? E’ una dote innata o un insieme di strategie così sottili, personali e creative che la rendono ‘arte’? Parlandone insieme, è emerso che molti preferiscono considerarne l’aspetto spontaneo e a rifiutare l’idea  di artificio, quasi se ne sminuisse l’efficacia o la legittimità. In realtà sappiamo tutti molto bene che le strategie seduttive si imparano e si agiscono molto presto, sin dalla prima infanzia, quando è vitale assicurarsi amore e protezione: un neonato impara molto presto il potere di un sorriso!

Dunque la seduzione non è soltanto una tensione erotica ma viene esercitata nei contesti più ampi e diversi perché associata al desiderio di piacere, di sentirsi importanti, accettati e riconosciuti, di raggiungere un obiettivo o di neutralizzare l’aggressività: lo sanno bene e vicendevolmente, figli e genitori, studenti e insegnanti, clienti e venditori, amici, colleghi, in pratica ovunque ci sia una relazione interpersonale. Anche il mondo animale non fa eccezione, anzi le strategie ed i rituali di seduzione non sono solo consapevoli ma indispensabili per la conservazione della specie. Ciò ci porta a considerarne anche l’aspetto istintivo, accompagnato da comportamenti selezionati di volta in volta e a seconda delle situazioni. E che dire degli oggetti? Anch’essi sanno essere irresistibili a volte. Lì il discorso si fa più ampio e richiama meccanismi di proiezione personali, di rispecchiamento e di un ‘contorno’ (o marketing) artatamente seduttivo.

Quando si richiama la seduzione, essa risponde e lo fa nella sua lingua frizzante e vivace. Nulla hanno potuto le nostre sensatissime dissertazioni teoriche rispetto al richiamo di Afrodite, alla voglia di curiosare, di giocare e di sorridere per accorciare le distanze paludate di una conversazione filosofica e creare intesa. Alla domanda su come si seduce e cosa ci seduce, le risposte quasi unanimi hanno indicato la naturalezza, ancor di più la seduzione quasi involontaria, ovvero la capacità ed il piacere di essere se stessi, di starci bene e non considerare mai gli altri come bisogno ma come compagni di avventure. E’ la serena consapevolezza delle proprie qualità, lo sguardo ed il cuore aperti alla vita, è armonia, equilibrio, autonomia. Nel corpo esalta i dettagli: il gesto di una mano, il fruscio di un abito leggero, una gamba che si accavalla, la voce, il profumo. E’ il fascino di un pensiero intelligente, di uno spirito ardito, dell’affabulazione. E poi è anche mistero, la tensione di una distanza da accorciare e che paradossalmente si vuole mantenere, è malizia, danza, gioco di ruoli in cui, come a teatro, si esercita la momentanea sospensione dell’incredulità per abbandonarsi al godimento del viaggio più che al raggiungimento della mèta.

Innata, maliziosamente studiata, inconsapevole, raffinata o naturale, abbiamo tutti alla fine convenuto che la seduzione è energia vitale, eros nel senso classico e più ampio del termine, l’essenza divina dentro di noi che spinge alla bellezza e onora la vita confermando quello che sosteneva il magnifico Baudelaire:

“Non si è morti fin quando si desidera sedurre ed essere sedotti.”

 

 

 

 

 

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Autore: Stefania Nanni

Counselor relazionale in Media-Comunic-Azione® e docente di lingua e civiltà anglosassone. Umanista nell’animo per la propensione agli aspetti esistenziali e della socialità, da oltre un ventennio si occupa di crescita personale, tecniche olistiche e aggiornamento professionale, estendendo le competenze pedagogiche anche in ambito organizzativo, gestionale e formativo. Esperta di comunicazione e mediazione del conflitto, è membro di Avalon dal 2000, ove ha conseguito il titolo, e vi collabora come counselor, formatrice e blogger sul giornale “Cronache di un libero pensiero” nella rubrica “Il punto di vista del counselor”. Da sempre interessata allo sviluppo del potenziale e delle peculiarità del femminile, partecipa attivamente alle attività del “Cerchio di Sorellanza” e del “Caffè delle Donne”, coadiuvando la dott.ssa Fusco nella conduzione. Presso la Psico-libreria “I Luoghi dell’Anima” organizza e modera gli incontri pubblici del “Cafè Philo” sulle tematiche del vivere e delle relazioni, secondo i canoni della comunicazione ecologica e del dibattito aperto.

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