TARAXIS AKAS

La primavera, nonostante tutto, è arrivata spazzando via la polvere dalle foglie e dai pensieri estivi che fino a poche settimane fa erano lontani.

I suoi raggi di sole riscaldano senza bruciare e i suoi profumi inondano l’aria. I giardini riprendono le forme allegre dei fiori e noi sorridiamo ai suoi colori.

Sui prati, a macchie gialle, troviamo i fiorellini di tarassaco, tanto comuni quanto preziosi. Li riconosciamo perché, una volta sfioriti i petali, un po’ come per magia, si trasformano in piccoli ombrellini e i semi, che formano una corolla sferica simile ad un pon pon, sono pronti a volare via al soffio del vento.

Nel gergo popolare vengono chiamati in molti modi: dente di leone, stella gialla o soffione, piscialletto, girasole dei prati e capo di frate ma è nella sua etimologia che troviamo la spiegazione forse più saggia; il termine “tarassaco” ha origine antiche, greche ed è formato da taraxis che significa squilibrio, disordire e akas, rimedio.

Il tarassaco dunque porta nel suo stesso nome il concetto della cura come riequilibrio.

In questa piccola pianta tante risorse, sia come alimento che come rimedio erboristico. E’ ricca di sostanze preziose ed è ancor più utile come preparato medicinale. Conosciamo le sue qualità drenanti e antinfiammatorie ed è usato da sempre nella medicina tradizionale cinese come depurativo e ci sono testi di medicina araba risalenti al X e XI secolo che citano il tarassaco per le sue proprietà toniche.

Senza dubbio potremmo scoprire gli innumerevoli usi e proprietà di questa piccola pianta se ne avessimo curiosità ma ciò che mi colpisce del tarassaco è la sua storia e il suo significato nella tradizione antica popolare.

Nel linguaggio dei fiori il tarassaco simboleggia la forza, la speranza e, ben oltre, la fiducia e in medicina è il messaggero del rinnovamento.

Chi di noi non ha soffiato via i suoi semi maturi un po’ come a spegnere le candeline sulla torta?

Non a caso in passato si credeva che, se si fosse riusciti a soffiare via ogni semino, il desiderio poco prima formulato e affidato al vento si sarebbe sicuramente avverato. In alcuni paesi viene ancora oggi aggiunto al bouquet della sposa come simbolo di ricchezza e buona sorte.

A questo fiore vengono anche attribuiti dei poteri magici, in particolare il potere della trasformazione e in effetti, anche a solo guardarlo, l’impressione che sia davvero speciale è chiara.

La sua immagine evoca lo spirito del viaggio e la libertà di sperimentare affidandosi all’aria e alla fiducia che il seme si poserà su un terreno fertile, si incastrerà nella rete di foglie di un albero o semplicemente sul davanzale di una casa.

Ogni seme nutre dentro sé il germoglio della speranza che troverà il suo posto nel mondo, consapevole di avere con sé tutto ciò che gli serve per mettere nuove radici e germogliare, per nutrirsi da nuove fonti e offrire i suoi frutti creati dalla tenacia, dal tempo e dalla sapienza della natura.

Il seme, come un delicato deltaplano, segue il flusso e lascia andare il peso di chi è stato per imparare ad essere ciò che è.

Sa che se portasse con sé il suo passato non avrebbe la spinta per volare verso il nuovo e sa che l’unico bagaglio utile è la sua stessa struttura.

Quanto possiamo imparare da un seme tanto piccolo quanto forte!

Così leggero da non cadere se non per imparare!

E allora, forse possiamo imparare da loro che lasciarsi andare è talvolta l’atto salvifico di chi punta al futuro perché crede nel presente e nelle sue opportunità.

Possiamo accettare con gratitudine ciò che è stato separandoci da esso e correre il rischio di germogliare.

 

 

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Autore: Silvia Torrieri

Da sempre affascinata dalla mente umana diventa psicologa clinica per saperne di più, innanzitutto di sé stessa. Alla continua ricerca delle motivazioni che spingono i comportamenti, si specializza nelle "nuove dipendenze" e approda alla Media-Comunic-Azione® diventando counselor Relazionale. Lavora nell'ambito della relazione d'aiuto in diversi contesti e nella professione privata. Condivide con Avalon i valori della formazione continua, l'etica professionale e la crescita personale.

2 thoughts on “TARAXIS AKAS

  1. Tiziana

    Bellissimo il ricordo di questi soffioni, vederli volare nell’aria dopo averli soffiati e seguirli con lo sguardo ti fa pensare a qualcosa di magico, tutto in questa piccola pianta!!

    Reply
    1. Silvia Torrieri Post author

      Grazie Tiziana per questa bella immagine che possiamo rinnovare soffiando via un altro gran bel desiderio! Che si realizzi con gioia!

      Reply

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