” Al vero gabbiano Jonathan, che vive nel profondo di noi “
Così inizia il libro il gabbiano Jonathan Livingston, un romanzo che prima ancora di essere tale è una fiaba, scritta in maniera semplice e immediata, adatta a tutti e già dalla dedica ci da un’idea del grande insegnamento che il racconto vuole dare: l’importanza di essere se stessi.
La storia si ispira a un pilota acrobatico di nome John H. “Johnny” Livingston, pubblicato nel 1970. L’autore è Richard Bach, uno scrittore statunitense che prima di essere uno scrittore è stato un pilota dell’aeronautica militare degli Stati Uniti e successivamente un pilota acrobatico.
Durante gli anni settanta, in diversi paesi del mondo, diventa un Best seller rappresentando per molti un vero cult. Dal libro è stato tratto il film “Il gabbiano Jonathan” del 1973 e ha ispirato la canzone Eagle degli ABBA. In italia, a San Benedetto del Tronto, gli è stato dedicato un vero e proprio monumento.
Jonathan non è un gabbiano uguale agli altri, la sua preoccupazione principale non è quella di un semplice gabbiano, lui ama volare e vuole dedicare il suo tempo alla sua passione che è la sua unica ragione d’essere.
“La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.”
E nonostante la sua grande passione Jonathan ci prova ad essere uguale agli altri, e per un pò smette di dedicarsi al volo ma il suo desiderio di volare è così forte che ricomincia ad allenarsi diventando in poco tempo un esperto, riuscendo a fare cose che nessun altro uccello era stato capace di fare.
“Qualunque cosa tu faccia non pensare mai a cosa diranno gli altri, segui solo te stesso, perché solo tu nel tuo piccolo sai cosa è bene e cosa è male, ognuno ha un proprio punto di vista, non dimenticarlo mai, impara a distinguerti, a uscire dalla massa, non permettere mai a nessuno di catalogarti come “clone di qualcun altro”, sei speciale perché sei unico, non dimenticarlo mai. “
Ma Jonathan dovrà fare i conti con le regole stabilite dal suo gruppo, lo stormo Buonappetito, che lo considera un folle e definisce la sua condotta spericolata e non adatta ad un gabbiano tanto da esiliarlo. E così, da quel momento passa la sua vita da solo su una scogliera, perfezionando il suo volo fino a quando non sopraggiunge la morte nelle vesti di due gabbiani dal candido piumaggio e lo conducono in un posto dove avrebbe potuto volare meglio.
“Il piccolo e anticonformista Gabbiano Jonathan riesce ad intravedere una nuova via da poter seguire, una via che allontana dalla banalità e dal vuoto del suo precedente stile di vita, e comprende che oltre che del cibo un gabbiano vive ” della luce e del calore del sole, vive del soffio del vento, delle onde spumeggianti del mare e della freschezza dell’aria.”
Inizia, così, per Jonathan la vera vita potendosi dedicare alla sua passione, con tutto se stesso, comprendendo che soltanto sperimentandosi si cresce e se “non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima, e avrai anche là le stesse limitazioni che hai qui.” E scopre che “il paradiso non è un luogo” da raggiungere ma una “velocità perfetta“ che altro non è che solo “esserci, essere la’ “. E ancora Jonathan riconosce che, così come non esistono limiti, non esistono regole e “l’unica vera legge è quella che conduce alla libertà“.
Il romanzo o la fiaba per chi lo preferisce, è una grande metafora e tanti sono i modi di interpretarla ma volendoci affidare a quella dell’autore potremmo trovarla racchiusa in quella frase che dice:
” Ciascuno di noi è, in verità, un’immagine del grande gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti”
Un chiaro invito per ognuno di noi a vivere la vita con coraggio, determinazione e volontà, senza aver paura di essere se stessi!!!