Senso unico eccetto bici: sì e perché

In bici nelle corsie degli autobus, uno spazio riservato per attendere in sella il verde del semaforo, senza stare dietro alle macchine e respirare quindi i gas di scarico. Un accenno anche a skate, monopattini e hoverboard e a come regolamentarne la circolazione, ma soprattutto il cosiddetto senso unico eccetto bici. E anche una nota sul casco obbligatorio per chi va in bici.

Il testo del nuovo Codice della strada presentato dalla Commissione trasporti alla Camera, anima o meglio agita da giorni il dibattito nella comunità di ciclisti urbani, fra chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto e non solo per sport, fra chi la usa per il tragitto casa-lavoro. Nonché divide, specie per una gran confusione sui termini e sulle applicazioni.

“Per certi versi, per certe scelte, parliamo finalmente di applicare anche in Italia scelte, norme, già ampiamente condivise in molti Paesi europei e non solo – commenta Filippo Catania di Fiab PescaraBici -. Però la grande confusione e la scarsa conoscenza del tema, anche della terminologia, spesso trae in inganno e penalizza chi già è un cosiddetto utente debole della strada”.

Il riferimento è al senso unico eccetto bici, spesso definito, sbagliando e disorientando, come un lasciapassare per i ciclisti ad andare “contromano”. Ma è altra cosa e peraltro implica determinate condizioni sulle strade perché possa essere applicato.

“Leggendo i numerosi commenti ai vari articoli usciti in questi giorni, mi son reso conto che c’è poca chiarezza, anche tra i ciclisti, su cosa sia effettivamente il “senso unico eccetto bici”, perché è così importante, dove lo si può applicare, quali sono i vantaggi – scrive su bikeitalia.it, portale di riferimento della comunità di cristi urbani italiani, l’esperto in pianificazione della mobilità ciclistica Matteo Dondè -. Senso unico eccetto bici significa che una strada a senso unico per i veicoli a motore può essere percorsa in entrambi i sensi dalle biciclette. E’ applicabile solo lungo strade con velocità moderata, indipendentemente dalla larghezza della carreggiata, con corsia ciclabile o senza, all’interno di “Zone 30” e “Zone Residenziali” dove il traffico deve essere il più possibile ridotto e disincentivato, a favore di una maggiore sicurezza, vivibilità e qualità della strada come spazio pubblico. Non è quindi realizzabile lungo le principali arterie di traffico o le strade con limite di velocità a 50Km all’ora”.

Fra i vantaggi per chi pedala, oltre alla velocità ridotta delle auto nelle zone dove si applicherebbe il nuovo codice, quello della maggiore visibilità reciproca e la riduzione di eventuali impatti con le portiere aperte incautamente. E’ importante per i ciclisti, poi, perché permette di pedalare in maggior sicurezza anche in strade dove non c’è abbastanza spazio per poter realizzare una ciclabile, rispettandone le dovute dimensioni.

Un nuovo codice che per i comuni, poi, implicherebbe intervento sulle strade, per realizzare quanto stabilito, a partire dalla segnaletica. Se però per alcune voci si applaude, per altre i ciclisti urbani tornano in agitazione.

Ci preoccupa che si torni a parlare di casco obbligatorio per i ciclisti – aggiunge Filippo Catania -. Sia chiaro, chi vuole lo indossa e nessuno lo critica, ci mancherebbe, ma qui il tema è un altro. Introducendo il casco obbligatorio si otterrebbe solo una drastica riduzione di chi va in bicicletta. Gli interventi sono altri, bisogna concentrarsi sulla sicurezza delle strade, a sanare quelle situazioni nelle quali il casco poco o nulla può. Essere investiti da un’automobilista che va trenta all’ora, per esempio, equivale a cadere dal primo piano di un palazzo. Nei Paesi dove l’uso della bicicletta è norma quotidiana, il casco non è obbligatorio. Già questo basterebbe come risposta”.

Nel frattempo i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni che si occupano dei diritti dei ciclisti urbani, a inizio marzo, sono stati ascoltati dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, come racconta sempre Bikeitalia qui

(Foto: un cartello di “senso unico eccetto bici” a Barcellona)

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Autore: Alessandro Ricci

Pescara, 1974. Giornalista free lance, inizia con Il Messaggero Abruzzo nel 1994. Collabora nel tempo con testate regionali e nazionali, cura l'ufficio stampa per enti pubblici e privati in particolare nel settore viaggi e turismo. Nel 2007 avvia il progetto Borracce di poesia - La bici per il verso giusto. Il tutto nel segno della curiosità e della conoscenza.

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