Gioco di specchi

In questi giorni sono rimasta molto colpita da alcuni video pubblicitari di un noto marchio di cosmetici venduti nella grande distribuzione organizzata. Questi video sono stati chiaramente studiati per diventare immediatamente “virali”, ovvero per piacere così tanto da spingere le persone a condividerli il più possibile sulle varie piattaforme dei social network, contribuendo quindi attivamente a pubblicizzare il marchio.

Il mio background formativo, che molto ha a che fare con sociologia e comunicazione, mi porta ad osservare con gusto questo tipo di “trucchetto”, ma questa volta devo ammettere di essere colpita dai contenuti, perché riportano qualcosa che fa realmente parte di noi, in modo non urlato,  non esasperato, nemmeno dirottato sui toni dell’ironia o del sarcasmo.
Insomma, sono caduta nella rete del viral marketing anche io, ma ritengo che i concetti espressi siano così importanti da volerli condividere in questo spazio.

Nel primo video, un intervistatore chiede ad amiche incontrate per la strada di dire cosa piace di più del proprio corpo. L’intervistata solitamente esita, risponde “niente”, oppure cose come “le mie gambe forse, se coperte”. Poi chiede all’altra donna cosa piace del corpo dell’amica… e incredibilmente, senza alcuna esitazione, ciascuna riconosce immediatamente ciò che nell’amica ritiene bello: il naso, le gambe, la pancia…
Lo slogan recita “se vediamo la bellezza negli altri, perché non dovremmo vederla anche in noi stessi“?

Nel secondo video invece, un illustratore, non vedendo la donna che ritrarrà, la disegna in base a ciò che lei dice su sè stessa. In un secondo momento, la disegna invece in base a ciò che di lei dice qualcuno che l’ha vista.
Il risultato è incredibile. Tutti gli schizzi del primo ritratto sono diversissimi dal secondo. Come ci vediamo e come ci vedono gli altri dimostra un abisso di differenza.

Ciascuna donna può immedesimarsi nelle donne intervistate e disegnate. Cresciamo in un contesto socioculturale schizofrenico. Da un lato crediamo che mente e corpo siano scissi e che la mente abbia come compito il domare il corpo. Ci viene insegnato sin da piccole a contenere la nostra fisicità, gestirla, essere “adeguate”. D’altro canto, ci viene continuamente rimandato come sia necessario avere un corpo giovane e mozzafiato per avere successo nella vita e con gli uomini.

Il retaggio patriarcale crea in ciascuna di noi una sorta di crepa interiore che ci fa allontanare dalla visione globale di noi stesse, facendoci concentrare solo su un aspetto che spesso, in modo anche ossessivo, cerchiamo di migliorare: quello esteriore.

E’ quindi molto interessante l’esperimento proposto nei video pubblicitari che vi ho raccontato, perché mostra chiaramente quanto siamo ciascuno specchio dell’altro e come ci rimandiamo differenti realtà. Infatti, non esistono due specchi capaci di riflettere la stessa identica immagine. L’immagine non siamo noi… come nel quadro di Magritte “Ceci n’est pas un pipe“, che serve a spiegare come l’immagine sia una rappresentazione di un oggetto, non l’oggetto stesso. Allo stesso modo, ciò che vediamo allo specchio è un’immagine di noi, non siamo noi. E c’è di più: quell’immagine diventa diversa a seconda degli occhi di chi la guarda.

Ecco che la mia amica trova che io abbia un bell’ovale del viso, laddove io mi descriverei “paffuta”. Oppure potrei vedere una bellissima massa di capelli ricci, che la proprietaria degli stessi definirebbe “groviglio”.

Siamo specchi, in noi l’altro vede parti di sé e contemporaneamente riflette parti dell’altro. Serviamo a mostrarci reciprocamente ciò che da soli non riusciamo a vedere.

Allora, se ci riconosciamo nelle storie dei due video, proviamo a fare un esercizio semplice semplice. Al prossimo complimento che ci faranno, rispondiamo solamente “grazie“, magari sorridendo.

Ci stupiremo di quanto accogliere ciò che di positivo in noi l’altro vede, poco alla volta diventi parte di noi e ci faccia stare sempre più in armonia con noi stesse.

Un ultima nota per i lettori uomini: l’argomento di oggi è al femminile perché nasce da due spot girati per un target femminile. Ciascun uomo in cuor suo sa però quanto tutto questo discorso lo riguardi. Esercizietto semplicissimo, se volete, anche per voi: oltre ad accettare un complimento, che fa sempre tanto bene… fatelo, specialmente se non ci siete abituati. A vostra mamma, vostra moglie, vostra sorella, ad un’amica… così, per il gusto di esprimere ammirazione per qualcosa che, ai vostri occhi, è piacevole. Godetevi il sorriso di risposta.

 


Foto da www.photl.com

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0 thoughts on “Gioco di specchi

  1. Alessia

    Mi ha colpito molto questo articolo, volevo lasciare un ringraziamento per lo spunto di riflessione.
    Alessia

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