I mille volti della maternità (I puntata)

 

Non si rimane indifferenti alla dolcezza di Maggio, il mese delle rose e della mamma. Sarà perché Madre Natura diffonde il suo tepore come in una carezza lieve a lungo attesa e sparge prodiga i suoi doni nella luce, nei colori e nei profumi della vita nuova. Sarà perché, festa a parte, ci porta ad onorare le madri fuori e dentro di noi.

In questi ultimi tempi mi sono interrogata spesso sul sentimento della maternità, che ho visto forte e pieno anche in chi non aveva figli, ed ho compreso che, proprio come le rose, è estremamente variegato e si rivela in mille sfaccettature e manifestazioni, spine comprese. In quali altri modi si è madri al di là della gravidanza? L’ultimo spunto è arrivato quando ho sentito il papa invitare le suore ad essere madri e non zitelle; una frase che mi ha colpito con la potenza di un tuffo al cuore perché ho sentito un sollievo profondo per la restituzione a tutte le donne di una prerogativa che ci appartiene ben oltre il grembo. Parlo di quella qualità donativa dell’essere che nell’abbraccio del cuore sa contenere, custodire, nutrire, prendersi cura, in una parola: accudire. E’ quella sensibilità profonda verso la fragilità e la vita in ogni sua forma, che inizia sin da bimbe cullando per istinto una bambola o un cucciolo e che prosegue in tutti noi, uomini e donne, nelle infinite possibilità dell’amore.

Perché questo è il punto, il sentimento materno è corredo ed esperienza di ognuno di noi, è l’amore a prescindere che nulla chiede, niente si aspetta e che si nutre del piacere intrinseco di dare e di esserci. Lo sa bene ogni mamma, che ne testimonia l’aspetto più intenso e sublime, e lo sanno i tanti genitori di animali che li vivono come figli, membri a pieno titolo della famiglia e destinatari della stessa gamma di emozioni: la gioia della crescita, l’orgoglio per ogni progresso, l’intento educativo, l’ansia per i malesseri, il lutto per la perdita. Che dire poi di quell’attitudine a parlare con le piante, per far loro i complimenti o accarezzandone le foglie un po’ spente per incoraggiarle a riprendersi? Del benvenuto gioioso ad ogni germoglio nuovo o della lotta accanita a qualunque loro nemico? Credo che tutto ciò avvenga per un senso di connessione profonda con ciò che ci circonda, un sentimento che deriva direttamente da Madre Terra, come eredità genetica e come esempio.

Occuparsi degli altri per lavoro o per volontariato. Nella scuola, in sanità, nelle relazioni d’aiuto, religiosi, ambientalisti: chiunque operi nel sociale ha modo di sperimentare su di sé una carica in più, sia nella motivazione che nella responsabilità, ed un forte legame emotivo che non è sempre facile gestire. E’ qualcosa in più della professionalità o dell’efficienza, è un valore aggiunto, un accento più intenso, un calore autentico nella soddisfazione o nella frustrazione, che deriva proprio da quell’attitudine a dare e a darsi. Grazie ad esso si sviluppa quel senso di appartenenza, quel legame affettivo, quell’unione che genera qualità e maggiori risultati nell’azione. Dicevamo che non è sempre facile reggere tali emozioni, specie se non ne abbiamo una grande familiarità; spesso gli esiti esteriori possono apparire opposti, nella direzione del distacco, della freddezza o delle barriere. In ogni caso si tratta di reazioni non gestite agli stessi ineludibili sentimenti.

Il nutrimento. E’ l’aspetto materno del cibo inteso come vita, è il dispensarne le dosi, conoscerne il valore terapeutico, la sapienza delle alchimie. E’ l’istinto ed il piacere della preparazione e del dono che si rivelano nel sé materno e nell’accudimento nutritivo. Sappiamo tutti quanto il cibo veicoli l’amore e quanto, sia chi lo prepara che chi lo riceve instauri un legame che diventa viscerale. Quante relazioni di coppia, anche su consiglio delle nonne, basavano la loro solidità su basi gastronomiche? Esse erano fondate sulla convinzione che il binomio moglie-madre, a partire dal proprio marito, fosse imprescindibile da una sana vita familiare. Oggi gli equilibri sono mutati e sappiamo bene quanto privilegiare quest’aspetto nella coppia sia riduttivo o controproducente; al contrario stiamo sperimentando una piacevole inversione dei ruoli che, in casi sempre più frequenti, ci vuole felici destinatarie di corteggiamenti e coccole amorevoli che iniziano ai fornelli e a cui, gli uomini lo sanno molto bene, è impossibile resistere. Non tanto per il cibo in sé, ma per il gesto fatto di cura ed attenzione che scaldano il cuore, abbassano le barriere e ci proiettano immediatamente in una dimensione di intimità, fiducia e benessere profondo….

alla prossima puntata per il seguito del nostro viaggio nell’energia madre

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Autore: Stefania Nanni

Counselor relazionale in Media-Comunic-Azione® e docente di lingua e civiltà anglosassone. Umanista nell’animo per la propensione agli aspetti esistenziali e della socialità, da oltre un ventennio si occupa di crescita personale, tecniche olistiche e aggiornamento professionale, estendendo le competenze pedagogiche anche in ambito organizzativo, gestionale e formativo. Esperta di comunicazione e mediazione del conflitto, è membro di Avalon dal 2000, ove ha conseguito il titolo, e vi collabora come counselor, formatrice e blogger sul giornale “Cronache di un libero pensiero” nella rubrica “Il punto di vista del counselor”. Da sempre interessata allo sviluppo del potenziale e delle peculiarità del femminile, partecipa attivamente alle attività del “Cerchio di Sorellanza” e del “Caffè delle Donne”, coadiuvando la dott.ssa Fusco nella conduzione. Presso la Psico-libreria “I Luoghi dell’Anima” organizza e modera gli incontri pubblici del “Cafè Philo” sulle tematiche del vivere e delle relazioni, secondo i canoni della comunicazione ecologica e del dibattito aperto.

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