Il Mare dentro

Cinque e Quarantacinque di mattina.

L’aurora comincia a colorare di rosso il cielo buio e il rumore della risacca placida esplode nel silenzio del primo mattino.

Davanti a me  ciò  che considero il Re incontrastato della natura: Il mare.

Ho sempre amato l’immensa distesa azzurra che non conosce confini, che vive in simbiosi con l’orizzonte, a volte confondendosi con esso.

Il mio amore per lui va oltre il concetto di estate e di caldo. Arriva da lontano, da una parte profonda di me che lo sente come fonte primaria di energia.

In tutti i momenti della mia vita nei quali ho vacillato, nei quali ho avuto bisogno di un supporto, di forza, mi sono rivolta al mare.

Seduta di fronte ad esso, ho lasciato che il suo mormorio mi parlasse, che il suo intenso blu mi dipingesse, che la sua energia mi pervadesse.

Perché madre natura ci offre sempre un appoggio, una ricarica, una risposta.

Trovo il mare fondamentale.

Ogni volta che posso, scappo a San Benedetto per vederlo. E’ lì che mi aspetta, sempre diverso e sempre eguale.

Mi sono chiesta tante volte perché ne sentissi così il bisogno e perché non fosse lo stesso con la montagna, così imponente, così sovrastante e dominante.

A differenza di essa il mare è movimento continuo, è trasformazione, è energia allo stato puro; si modifica da schiuma leggera a onda increspata, da calma piscina a mare in burrasca.

E’ il riflesso dei diversi sé che ci portiamo dentro, delle diverse energie: calma piatta, il sé sornione e pigro, le onde che s’infrangono sulla battigia il sé irruento, burrascoso e temibile il sé adirato, la risacca allegra il sé gioioso.

Di fronte a lui, seduta con le gambe incrociate,  sto, con le sensazioni, lascio fluire, permetto che il mio animo gli parli, gli racconti e ascolto, attraverso il suo mormorio, la risposta tranquillizzante e risolutiva.

L’ansia che sento alla bocca dello stomaco, allora, si placa, il respiro torna normale, la fronte si spiana. Antichi ricordi riemergono alla mente: le corse sulla spiaggia, i bagni da bambina, la raccolta delle stelle marine, la scoperta dei cavallucci ormai completamente spariti.

E il cuore riprende il suo battito regolare, la mente si libera e riacquista la sua lucidità. E’ come se fossi tornata a casa, in un ambiente protetto che mi abbraccia e mi mostra la strada.

Ognuno di noi ha un posto speciale, dove tornare o dove andare nei momenti bui. Un posto che, inspiegabilmente, piccolo o grande che sia, compie la magia avvolgendoci di un’aurea suprema, quasi un’armatura invincibile.

E’ un posto solo a noi noto, che esercita un richiamo irresistibile. E’ un suono primordiale, che non è stato soffocato e che è passato indenne attraverso le sovrastrutture, le convenzioni, e le protezioni che ci siamo costruiti.

E’ la nostra ancora di salvezza, che arriva sempre, quando sembra che non ci sia soluzione.

Il nostro “posto speciale” ci richiama, ci guida verso di lui. Andare è avere  un pensiero per noi.

E già nel viaggio di avvicinamento cominciamo a sentire il malessere che diventa benessere, il buio che lascia il posto alla luce.

Ognuno di noi ha il suo giardino segreto, dove chiudersi o andare per riemergere in completa armonia.

Lasciati guidare.

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0 thoughts on “Il Mare dentro

  1. Giulia

    Come lo Sento…l’articolo e…il Mare… :-* Grazie Sabrina per queste tue riflessioni, Grazie davvero

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