Le relazioni intime, il cibo e io

Le relazioni intime: cosa sono esattamente e che valore hanno per me?

Argomento difficile perché più che un trattato o una tesi è un colloquio intenso con me stessa.

So perfettamente quanto le relazioni mi attraggano e quanto siano in grado di influenzare il mio benessere. Definirle e scrivere di esse è però una cosa diversa.

Ho passato giorni a riconsiderare i fotogrammi della mia vita, l’insieme delle esperienze in cerca di un fattore comune che mi potesse illuminare. Ho scandagliato i momenti in cui mi sono sentita felice con le persone per comprendere da cosa derivasse quel benessere e definire, quindi, la relazione intima.

È, infatti, una grande menzogna che si stia bene con chiunque.

Ho così catalogato le relazioni sulla base della loro utilità per me.

Relazioni Referenzianti

Alcune di esse sono state importanti e lo sono ancora, poiché accontentano il mio io, quella parte di me che vuole essere una star: sono quelle dove interpreto “la Determinazione, il Successo, l’Ambizione”. Certamente sono fonte di soddisfazione e di un sorriso che mi aleggia sul volto e gratificano ampiamente il mio ego ma risultano stancanti, assorbono energia e lasciano ben poco.

Relazioni Riempitive

Ci sono relazioni, poi, che ho scoperto avere una funzione “riempitiva”. Esistono, cioè, nella misura in cui abbiamo bisogno di colmare vuoti, insoddisfazioni e il poco amore verso noi stessi.Queste sono più nocive delle altre, perché, avendole scambiate per intime, regaliamo loro delle parti di noi pur non essendo in un ambiente protetto.

Relazioni Intime

Infine, ho individuato quelle che mi rendono felici :sono quelle, dove mi diverto e da cui traggo il maggior beneficio. Il fattore comune è il Gioco e sono quelle, dove posso giocare e dove il divertimento è reale, puro, senza attese.

La sorpresa è nell’aver individuato, nella mia esperienza, questo stato di cose in relazioni non di coppia ma di altro genere come mio figlio o mio nipote o alcune amiche o anche in alcuni momenti lavorativi nel passato.

Le relazioni di coppia, invece, sono state caratterizzate dalla risposta ai bisogni di quel momento storico o dal pathos intenso ma nessuna aveva come base il gioco e quindi il benessere per me.

Questo perché giocare è uno Stato d’Animo che introduce nuove energie e fa nascere sempre pensieri creativi.

È quella sensazione di spensieratezza che si libera in noi quando affrontiamo qualcosa con entusiasmo, impegno e senza paura.: è di fatto, l’anticamera del piacere.

Giocare è davvero attraversare il canale dell’Essere e manifestare la libertà d’espressione.

L’assenza di paura è il substrato su cui poggia il gioco e su cui si arenano le relazioni di coppia. In esse, infatti, si ha paura di perdere l’altro ed è questa emozione che altera la situazione e ci allontana dal bambino gioioso in grado di stabilire il contatto e quindi la relazione.

Giocare è la cosa più seria che si possa fare: richiede, come già detto, entusiasmo e impegno nell’essere disposto ad ascoltare, a dividere uno spazio, a rendere l’impossibile possibile senza alcun timore di essere giudicato.

Le relazioni intime, per me quindi, sono quelle che nascono con le persone che sanno giocare e che nel farlo, accolgono la parte di me più vera e sacra che anch’io stento a vedere.

Il Gioco è l’anticamera del piacere esattamente come il cibo quando lo assaporiamo insieme. Relazioni e cibo sono strettamente connessi, perché entrambi rappresentano nutrimento.

Mangiando insieme scambiamo qualcosa di noi, conosciamo, aumentiamo la confidenza e sperimentiamo le diversità. Preparare il proprio piatto preferito a mio avviso è far entrare l’altro nel nostro mondo personale e assaporarlo significa dedicare del tempo a chi lo ha preparato.

La condivisione del cibo è un atto intimo in cui le emozioni si trasferiscono dall’uno all’altro. Coinvolge tutti i sensi, come quando giochiamo e come in quest’ultimo caso, predispone noi stessi ad un momento di gioia, rilassatezza e piacere.

Non è un caso che il termine Convivio derivi da cum vivere, vivere insieme le sensazioni derivanti dai sapori, dagli odori e dalla stessa vista del cibo.

La relazione intima, dove ci si abbandona al gioco della scoperta e del piacere, è un modo di “assaggiare l’altro“, gustarlo appieno. Preparare, consumare e condividere i pasti diventa una metafora della stessa esistenza. A tavola si intrecciano legami proprio per questo. Scoprire gusti analoghi rafforza il senso di complicità, fa sentire di avere un alleato che ci capisce e ci rinforza.

Ed in fondo le parole che usiamo abitualmente ci narrano di questo stretto rapporto tra cibo e relazione. Noi diciamo: ti mangerei di baci, mi dà gusto vederti, sei una persona squisita, la passione mi divora.

A pensarci bene, relazione intima e cibo sono la prima connessione che si sviluppa, imprescindibile, quella tra madre e il bambino. È la prima relazione che apprendiamo e che ci portiamo dietro tutta la vita.

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