Piccoli suggerimenti di comunicazione ecologica

Un po’ di tempo fa, una cliente mi ha fatto una domanda che credo, in realtà, frulli dentro tanti di noi, ovvero: “come faccio a parlare all’altro di un argomento che mi interessa e su cui ho alcune idee diverse dalle sue senza litigare ma anche senza ridurmi in silenzio“?

Credo che sia molto utile fermarci a ragionare su questo, perché, come ho detto più volte, siamo nell’era della polarizzazione, quel fenomeno per cui all’improvviso tutto è o bianco o nero e non ci sono possibilità di scale di grigi in cui trovare spazi comuni e di crescita.

Ecco dunque un paio di suggerimenti per approcciare una conversazione in modo più costruttivo e nutriente.

Innanzitutto chiediamoci: il mio scopo è far cambiare idea a quella persona? Se è così, il nostro scambio partirà già col piede sbagliato. Ogni persona è un mondo a sé e sarebbe un pochino presuntuoso credere che basti dire la nostra per convincerla della nostra verità, perché lui avrà la sua. Se abbiamo la convinzione che la nostra sia verità assoluta senza il minimo dubbio, potremo parlare solo con chi la pensa esattamente come noi. Un po’ uno spreco, a mio avviso. Quindi cominciamo a coltivare l’idea che ciò che per noi rappresenta un valore, per l’altro potrebbe non esserlo; stessa cosa con convinzioni, idee, priorità.

In quest’ottica, potremmo quindi approcciarci con il desiderio di far parlare un pezzetto di noi, di portare valore aggiunto, di tornare, semmai, arricchiti dall’esperienza stessa del dialogo, più che dai contenuti.

La relazione è sempre un momento in cui imparare qualcosa prima di tutto su di noi, e poi sull’altro.

Prima di pensare a cosa dire, ascoltiamo. Cosa sta dicendo l’altro? Come lo sta dicendo? Ascoltiamo anche se ciò che sentiamo è scomodo. Ascoltiamo e rimandiamo la tentazione di replicare in modo irritato.

Quando una persona parla di qualcosa di cui è molto convinta, argomentare negando in modo forte ciò che dice, già predispone al litigio. Nessuno vuole sentirsi negato. Se qualche volta è capitato a te, forse ricorderai che emozioni hai provato, e sono certa non siano state piacevoli. L’altro, come può, sta esprimendo il suo mondo e quel mondo, anche se non ci piace, va accolto. Accogliere l’altro non significa che dobbiamo pensarla come lui, né che dobbiamo dargli ragione. Significa accettare che quello sia il suo mondo e che per lui vada bene così.

Un modo per approcciarti potrebbe essere un’espressione come: “certo, capisco quello che vuoi
dire”, oppure “anche io per molto tempo ho pensato come te, poi ho trovato delle informazioni che mi hanno molto colpito” e a quel punto raccontarle.

Riporta a te e alla tua esperienza, racconta che sono tue scelte personali che ti fanno stare bene, oppure che secondo te una certa
situazione prevede responsabilità su più livelli. Fai in modo di personalizzare ciò che dici invece di farlo piovere come se fosse scolpito nella pietra.

Infine, accetta il limite. Quando una persona si sente accolta, generalmente è più propensa a dialogare. Ma a volte possiamo incontrare, nonostante le migliori premesse, chiusura, pregiudizio e impossibilità di condivisione. A quel punto, cerchiamo di non prenderla sul personale ma di accettare che abbiamo fatto la nostra parte nel modo migliore per noi possibile, e che non sempre si può trovare una via comune, perché non sempre è ciò che tutte le parti coinvolte desiderano davvero.

Spero di averti fornito qualche spunto utile e se vuoi raccontare una tua esperienza, come sepre ti aspetto nei commenti.

P.S. gli spunti di questo articolo valgono sia per le conversazioni di persona, sia per quelle online.

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