Rincorrendo il tempo

15Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.
(Stephen Hawking)

 

Qualche giorno fa è comparsa nella bacheca del mio account personale facebook una foto che mostrava un contenitore alimentare in polistirolo con dentro un uovo fritto. Sì, fritto. Avevo già avuto modo di vedere foto con contenitori simili e dentro un  mandarino o una banana sbucciati.

Anche tu stai alzando il sopracciglio immaginandoti in vendita questi alimenti?

Eppure, senza arrivare a tanto – voglio dire, davvero è così complesso sbucciare un mandarino o friggere un uovo? – se troviamo in vendita simili proposte, evidentemente qualcuno che le compra esiste.

Questo mi fa molto riflettere sul concetto di tempo: possibile che ci sentiamo di non avere il tempo per cucinare qualcosa di veloce? Penso anche al successo di Amazon, dovuto principalmente alle consegne supersoniche (che hanno un costo però in termini di dignità umana, secondo quanto riportato da numerose fonti); penso a tutti gli strumenti come lo sbuccia-aglio, oppure i corsi di lettura veloce.

L’essere umano, in questo momento, evidentemente sente che il tempo non gli basta mai, ed è disposto a spendere quanto nelle sue possibilità per avere qualcosa che gli permetta di “fare prima”.

In alcuni casi, davvero non abbiamo tempo: ci sono giornate più complesse di altre, senza dubbio. Ma nella maggior parte dei casi, invece il tempo ci sarebbe eccome. Solo che preferiamo occuparlo guardando un video su youtube, invece che per friggerci un uovo!

Alzi la mano chi non è mai caduto in questo tranello.

Credo che sia proprio il momento di fermarci, e penso alla quarantena di questa primavera, dove, non a caso, pare che la maggior parte delle persone abbia cucinato come non mai, forse riscoprendo il piacere di farlo e di assaporare qualcosa realizzato con le proprie mani.

Quello che il “tutto pronto subito” ci toglie, a parer mio, è il piacere dell’attesa, della realizzazione, il gusto del processo. E la soddisfazione di aver imparato qualcosa di nuovo.

Mangiare un uovo al tegamino servito da un contenitore di polistirolo non sarà mai come cucinarlo da sè, magari aggiungendo quella spezia, scegliendo l’olio buono e il pane dove poggiarlo.

Leggere con concentrazione significa ritornare sulle righe che ci sembrano meno chiare, o anche su quelle che ci hanno emozionati, per poi ricavarne qualcosa da portare con noi per migliorare la nostra vita.

Essere connessi 24/24 attraverso Internet è una grande risorsa, ma rappresenta il rischio di farci sentire sempre impegnati in qualche conversazione o ragionamento, o sempliceme fruizione passiva di immagini e contenuti, così tanto da assorbire il nostro tempo e farci sentire che non ne abbiamo abbastanza.

Invece ce l’abbiamo. E’ questione di riscoprirlo. Per farlo, dobbiamo tornare presenti a noi stessi. Durante il giorno cerchiamo di tanto in tanto di ricordarci del nostro respiro. Accorgiamoci che stiamo respirando e chiediamoci: dove sono ora? Cosa sto facendo? Possiamo anche, se siamo tra coloro che hanno bisogno di dati nero su bianco, segnare le nostre attività giornaliere su un quaderno, scrivendo ora di inizio e di fine. Non c’è modo più evidente per accorgerci di dove vanno a finire ore e minuti.

Così, potremo probabilmente accorgerci che con qualche modifica riusciremmo ad inserire dei momenti nella nostra giornata in cui essere davvero nel qui ed ora, godendoci quell’istante, assaporandolo e con la soddisfazione intima che ci stiamo occupando di noi con amore.

Come i bambini, che quando giocano, giocano. Quando ridono, ridono. Nient’altro.

 

 

 

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