«San Giuseppe frittellaro ttanto bbono e ttanto caro tu che ssei ccosì ppotente da ajiutà la pora ggente“
Così iniziava la poesia di Checco Durante scritta negli anni 50 in onore di San Giuseppe, santo al quale i Romani si sono sempre raccomandati volentieri, tanto da venerarlo con feste e tradizioni sin dai tempi antichi.
Le origini
Il 17 Marzo, infatti, nell’antichità, ricorreva la festa dei Liberalia, celebrata per il Liber Pater, divinità della terra. La festività era l’occasione di iniziazione dei giovani di 16 anni che dopo una cerimonia presso il tempio del dio, venivano reputati uomini pronti a mettere su famiglia.Alla divinità si offrivano in dono, pani e dolci di farina di grano fritti nell’olio.
Per questo motivo, la cultura cristiana decise di dedicare il 19 Marzo a San Giuseppe, il padre simbolo della cristianità, padre putativo di Gesù, protettore dei poveri e patrono dei falegnami
Riprendendo il culto dei Liberalia, a Roma il santo si celebrava con riti, processioni e grandi festeggiamenti che vedevano le strade riempirsi di banchetti dove si vendevano frittelle e bignè da cui l’appellativo “frittellaro”.
Le Zeppole e i Bignè di San Giuseppe
Se a Roma, il 19 Marzo, il Santo si festeggia con un goloso bignè ripieno di crema, a Napoli si usa mangiare la Zeppola.
Mentre i bignè hanno un’origine pagana, le zeppole affondano le loro radici nella tradizione cristiana. La leggenda narra che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, fu costretto ad altri mestieri, oltre quello di falegname e tra questi fece il friggitore e il venditore ambulante di frittelle.E proprio per devozione verso questo santo, a Napoli è nata la tradizione degli zeppolari di strada.
La prima ricetta scritta delle zeppole compare nell’opera Cucina teorico-pratica del cuoco Ippolito Cavalcanti, ma sembra che sia stato lo stesso Pintauro, inventore delle sfogliatelle, a creare le zeppole napoletane, partendo dall’antica ricetta delle frittelle romane di frumento e arricchendole di uova, strutto e arom
Le differenze
Sebbene entrambe usino gli stessi ingredienti, burro, farina, zucchero e uova, i bignè e le zeppole non sono la stessa cosa. La diversità maggiore è la farcitura. Nei bignè romani, la crema più liquida, si trova all’interno della pasta fritta, mentre le classiche zeppole sono formate dalla pasta dei bignè attorcigliata a ciambella, con al centro la crema densa e con in cima un cucchiaio di confettura di amarene.
Ricetta dei bignè di San Giuseppe
Ingredienti per la pasta
- 200 g di farina
- 100 g di burro
- 5uova intere
- un pizzico di sale
- scorza grattugiata di mezzo limone
- un quarto di litro di acqua
- olio di semi di arachidi per friggere
- zucchero a velo
Ingredienti per la crema
- 8 tuorli
- 200 g di zucchero
- 60 g di farina
- un litro di latte
- una stecca di vaniglia
- buccia di limone
Procedimento
Per la crema
- In una pentola far bollire il latte con la vaniglia incisa e la buccia del limone a pezzettini.
- Montare i tuorli d’uovo con lo zucchero fino ad avere un composto gonfio.
- Aggiungere gradualmente la farina e continuare ad amalgamare con le fruste
- Aggiungere poi il latte caldo filtrato con un passino facendolo cadere a filo.
- Continuare ad amalgamare la crema e poi metterla in una pentola sul fuoco moderato.
- Portare ad ebollizione e continuare a cuocere per almeno 4 o 5 minuti.
- Toglierla dal fuoco e versarla su una ciotola capiente a raffreddare
Per la Pasta
- Mettere in una pentola l’ acqua con il burro, il sale e portare ad ebollizione.
- Togliere la pentola dal fuoco e versare tutta insieme la farina.
- Mescolare a lungo con un cucchiaio di legno
- Rimettere la pentola sul fuoco continuando a mescolare, finché la pasta, addensandosi, non si staccherà dalla pentola
- Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare l’ impasto. Solo allora unire un uovo alla volta facendolo assorbire completamente al composto.
- Aggiungere il successivo, amalgamare nella stessa maniera procedendo fino all’ultimo uovo ed infine mettere anche la buccia del limone grattata.
- Continuare a lavorare la pasta con energia, finché non si mostrerà ben vellutata e non troppo dura.
- Preparare una padella con abbondante olio di arachidi e friggere delle porzioni di pasta della grandezza di un mandarino
- Lasciare cuocere i Bignè di San Giuseppe che si gonfieranno e gireranno da soli nella padella. Quando saranno coloriti scolarli su carta assorbente.
- A questo punto mettere la crema in una tasca da pasticciere e riempire i bignè generosamente
- Spolverizzateli con abbondante zucchero a velo.
PILLOLE DI CURIOSITÀ
La voce zeppola indica oltre che la tipica ciambella dolce anche una frittella rustica (‘a zeppulella) e, estensivamente, un particolare difetto di pronuncia, una sorta di balbuzie che impedisce di esprimersi correttamente e chiaramente da cui il modo di dire “tiené’a zeppula’mmocca “. io non lo sapevo e tu?