In forma con l’Indice Insulinico

Scoprire l’indice Insulinico

Siamo nel pieno dell’estate, del mare e della voglia di rimetterci in forma dopo il lungo letargo  e vorremmo magari perdere quei chili accumulati per le troppe pizze fatte in casa. Vorremmo, farlo velocemente e senza soffrire la fame o avventurarci in periodi di “asocialità” sempre legati ad un “regime”alimentare che abbia lo scopo di far perdere peso. Il cibo, infatti, lo sappiamo, è sinonimo di convivio, allegria, cameratismo e condivisione, mentre la dieta ci allontana e obbliga a “guardare”.

Semplice e veloce, questo è il pensiero che ci attraversa la mente ed è questa la prima buccia di banana. Non dobbiamo, infatti, rivolgerci ad un “regime” alimentare che sia chetonico, al digiuno intermittente, per citare gli ultimi esempi più seguiti oggi, ma cercare di comprendere cosa avviene nel nostro organismo e come possiamo nutrirci meglio nel rispetto dei meccanismi biologici che il nostro meraviglioso corpo elabora.

Indice Insulinico o Indice Glicemico?

Abbiamo già parlato delle calorie e del fatto che le calorie non esistono al livello metabolico e che il nostro corpo non è una stufa e non brucia nulla ma metabolizza. Abbiamo anche parlato di come l’insulina sia l’unico ormone responsabile del processo di lipogenesi, quindi di accumulo dei grassi nei depositi specifici e abbiamo sottolineato come l’ormone sia attivato in prevalenza dal glucosio che, d’altra parte, è fondamentale per la nostra vita. Per questo motivo si parla tanto di “indice glicemico” dei cibi, cioè di quel valore che considera l’innalzamento della glicemia in relazione all’impatto dei glucidi nel sangue. Questo innalzamento provoca la produzione di insulina che si attiva per normalizzare il valore glicemico e trasportare i glucidi in eccesso nei depositi sotto forma di trigliceridi.

L’indice glicemico, però, considera solo l’impatto dei glucidi e non dà una valutazione corretta di tutti i cibi e dei loro effetti sul metabolismo del glucosio. Altri cibi, infatti, i possono provocare una risposta insulinica, bassa, media o alta. Se i carboidrati, per esempio,impattano  perl 95% sull’insulinemia  le proteine impattano per un 50% mentre i grassi solo per un 10%.

Indice Insulinico. Chi  è costui?

Ecco entrare in ballo l’indice insulinico che valuta il potere insulinogenico di tutti i micronutrienti e ci dice che alcune classi di cibi riescono  a stimolare l’insulina in modo sproporzionato rispetto al loro indice glicemico e anche che il pasto misto determina una produzione dell’ormone ben superiore al suo contenuto di carboidrati.

L’Insulina è un ormone molto importante perché responsabile della crescita e del nutrimento dei tessuti insulina-dipendenti. Essa trasporta il glucosio, gli amminoacidi,  i grassi e gli acidi nucleici verso i tessuti, favorendo la sintesi proteica e anche l’accumulo nei depositi di glucidi e lipidi.

Studi degli anni 90 hanno evidenziato  come l’assunzione di cibi proteici in assenza di carboidrati stimoli ugualmente l’insulina a causa di alcune proteine e amminoacidi essenziali che sono insulinogeni. Un pasto misto composto da glucidi e proteine provoca una risposta insulinica superiore di 5-7 volte all’ingestione di soli carboidrati, senza alterare la concentrazione di zuccheri nel sangue.

Cibi altamente proteici (carne, pesce, uova) determinano una risposta insulinica maggiore persino a quella della pasta pur presentando un indice glicemico più basso. Esempio eclatante sono i latticini, sopratutto il latte che provoca una risposta insulinica da 3 a 6 volte superiore a quella glicemica, Anche i prodotti di pasticceria, i cibi industriali, causano una risposta insulinica spropositata rispetto al loro indice glicemico. Tra questi cibi troviamo i croissant, biscotti, merende barrette dolci, gelati e pane bianco.

È importante sottolineare, però, che un’elevata produzione di insulina dovuta a sole fonti proteiche difficilmente è responsabile di un accumulo di grasso, grazie proprio all’assenza di carboidrati e comunque l’accumulo risulterebbe inferiore rispetto alla stessa quantità di insulina provocata da glucidi.

Il punto nodale resta la combinazione dei carboidrati con proteine e grassi. La classica colazione con cornetto e cappuccino o con biscotti, pane bianco, burro, marmellata e latte zuccherato, porta ad  una produzione sproporzionata di insulina e un effetto ipoglicemizzante dovuto all’insulina stessa.

Pertanto, non  è un regime a cui dobbiamo rivolgerci, ma un percorso di conoscenza  del nostro corpo e degli ormoni che vi circolano, tenendo sempre a mente che il corpo riesce a parlarci e ad indicarci le cose che gradisce di più e maggiormente “nutrienti” per lui e per la nostra salute.

 

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