L'arte del non lamentarsi

Ci sono momenti della nostra vita in cui siamo insoddisfatti, scontenti di noi, degli altri, del mondo intero.

In questi momenti può succedere che spesso ci lamentiamo con chi ci è vicino dei nostri contrattempi, delle cose che non vanno, e continuiamo a farlo anche per mesi. Così facendo non ci accorgiamo che alimentiamo una spirale discendente, che ci sottrae energia e ci fa sentire sempre più svuotati e demotivati, aumentando la nostra voglia di lamentarci e non apportando niente di costruttivo alla nostra vita.

Più ci lamentiamo di qualcosa, infatti, e più concentriamo la nostra attenzione solo su quella cosa, che è evidentemente una fonte di disagio per noi. In questo modo la dotiamo di molta più importanza di quanta non ne abbia, ma soprattutto togliamo spazio alle risorse.

Cosa sono le risorse? Ogni avvenimento, anche il più buio, porta con sè aspetti di disagio e aspetti di risorsa. Un esempio semplice: un trasloco in una nuova casa più grande, a lungo desiderato. Sicuramente ci porterà la risorsa di un nuovo entusiasmo, gioia per i maggiori spazi, fantasia per il nuovo arredamento e così via. Ma sappiamo tutti anche quale grande fonte di stress sia un trasloco! Questa è la parte di disagio. Immaginiamo, o ricordiamoci se l’abbiamo già vissuto, di essere impegnati con questo trasloco e di parlare soltanto di quanto siamo stanchi, di quanto gli operai ci facciano disperare, di come i nuovi spazi richiedano tempo per essere allestiti e di quanto non siano proprio esattamente al millimetro come ce li eravamo immaginati, una volta arredati…

Che fine farà la soddisfazione per il nuovo traguardo raggiunto? Il piacere di sistemare i nostri mobili come ci piace? La gioia di un nuovo balcone e della stanza in più? Verranno sepolti dai cumuli di insoddisfazione che ci affanniamo ad esprimere. Per non parlare di chi ci è vicino e assorbe tutti i nostri sfoghi. Un trasloco è un esempio eclatante, uno di quegli avvenimenti che, di solito, non accadono quotidianamente. Ma la stessa dinamica può capitarci per piccole cose, per i piccoli intoppi di ogni giorno, su cui ci concentriamo perdendo di vista la bellezza della vita.

Come fare per uscire dalla spirale discendente, allora? Ecco qualche suggerimento per chi di voi volesse cimentarsi:

1. incarichiamo qualcuno di cui ci fidiamo e con cui abbiamo un buon rapporto, di farci notare tutte le volte in cui esprimiamo una critica o una lamentela; notiamo se accade più o meno spesso di quanto ci aspettassimo;

2. prestiamo attenzione al nostro corpo e alle sensazioni che proviamo durante il lamento/critica. Forse ci si chiude lo stomaco, ci si contraggono i muscoli delle spalle, sentiamo una fitta da qualche parte? Proviamo a cambiare posizione, per esempio raddrizziamo la schiena e le spalle, rilassiamo l’addome…;

3. impariamo a spostare l’attenzione. Per ogni pensiero o commento negativo ci venga in mente, proviamo a dirottarci su piccoli dettagli piacevoli per noi: un piatto particolarmente ben riuscito, un saluto affettuoso o un complimento ricevuto, un angolo di strada con un balcone particolarmente bello, qualche battuta spiritosa ascoltata…

4. esercitiamo la gratitudine. Troviamo almeno tre motivi per ringraziare, ogni giorno. Se pensiamo di dimenticarcene, scriviamoli. Potremmo tenere un “quaderno del grazie” dove annotare tutte le cose di cui siamo grati.

5. restituiamo: cominciamo a notare le risorse negli altri, concentrandoci su aspetti che ci piacciono di loro. Facciamo qualche complimento in più al marito, alla moglie, ai figli, agli amici.

Poco per volta la nostra energia cambierà, il nostro sguardo sul mondo si farà più dolce e il nostro umore ne risentirà positivamente. Probabilmente non risolveremo tutti i nostri problemi,  ma potranno accadere piccole magie, ad esempio alcuni problemi cesseranno di sembrarci tali, e potremmo trovare nuove energie per trovare soluzioni ad altri.

 


Foto da www.photl.com

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0 thoughts on “L'arte del non lamentarsi

  1. Viola

    Cara Barbara, è curioso che questo articolo non sia nella rubrica del bell’essere…personalmente ce l’avrei lasciato perché lamentarsi è una questione igienica, e così come ci si prende cura del proprio corpo da questo punto di vista, bisognerebbe imparare a prendersi cura anche della mente: meglio privilegiare “pensieri profumati”. Grazie per le preziose indicazioni 🙂

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    1. Barbara Righini

      ciao Viola, mi piace pensare al benessere interiore come ad una “questione igienica”, un’igiene interiore che ci fa stare bene: grazie dello spunto e sotto con i pensieri profumati! 🙂

      Reply

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