Sei qui, goditi il viaggio

In questa società altamente prestativa, dove l’idea comune è quella che avere successo implichi raggiungere determinati risultati materiali, la sensazione che spesso ci pervade l’animo è quella di inadeguatezza mista ad ansia.

Il nostro sguardo è rivolto a ciò che ci manca per arrivare a quello stato, tale per cui finalmente ci sentiremo appagati, completi, ammirati, realizzati.

Ci impuntiamo su quel traguardo che agogniamo, capaci solo di vedere quanto ci sembra, a torto o ragione, di esserne lontani.

Ciò che ci dimentichiamo, in questo stato, è il godimento del viaggio.

Quando andiamo in vacanza possiamo guardare fuori dai finestrini, gustarci la nostra eccitazione, immaginare ciò che troveremo, dedicarci alle piccole conversazioni con estranei incontrati, osservare le reazioni dei nostri bambini. Oppure possiamo sbuffare ad ogni chilometro tra noi e l’arrivo.

In entrambi i casi, salvo imprevisti, arriveremo: ma come ci arriveremo?

La vita è un po’ la stessa cosa: abbiamo dei desideri, ma nel frattempo, se siamo arrivati fino a qui, qualcosa sarà successo. Ce ne siamo accorti? Abbiamo davvero assaporato la nostra avventura di nati sulla terra?

Essere troppo concentrati sulla meta, soprattutto se ci lamentiamo di non arrivare e nel frattempo non muoviamo un passo in quella direzione, è attaccamento e vittimismo.

Attaccamento, perché senza ciò che bramiamo, tutto il resto scompare. Vittimismo, perché non ci prendiamo responsabilità di muoverci da dove ci troviamo, con tutta una serie di motivazioni.

In questo modo cresceranno la nostra frustrazione e la nostra insoddisfazione, e, soprattutto, ci perderemo il resto, quello che abbiamo già raggiunto, quello che abbiamo e ci rende (o ci ha reso) felici.

Immagina di fare una gita dove vedi un panorama mozzafiato, incontri persone simpatiche, stai bene e a pranzo ti servono una pasta scotta.

Quella pasta scotta ti toglie forse la meraviglia provata davanti a quel panorama e il divertimento provato insieme alle persone simpatiche?

Lasciami dire che, se sì, forse c’è qualcosa da rivedere…

Ma suppongo che, per la maggior parte di noi, no: ci ricorderemo di quella volta in cui abbiamo visitato quel luogo, visto quel panorama, incontrato gente con cui siamo stati bene, e mangiato una pasta scotta.

Perché la vita è tutto questo: panorami mozzafiato e paste scotte. Tutto compone il nostro mosaico composto di secondi, minuti e ore. E di noi.

Da oggi ti propongo, se ti trovi in questa condizione di “non abbastanza”, di scrivere con autenticità:

  • il tuo desiderio
  • cosa stai facendo per raggiungerlo
  • cosa ti dici dentro di te riguardo al fatto che non lo stai raggiungendo
  • cosa di bello hai ottenuto fino ad ora
  • che qualità hai messo in campo per ottenere quello che hai ottenuto

E soprattutto, prima di ogni altra cosa: questo desiderio che hai, è davvero tuo, o è di qualcun altro e tu l’hai preso come tuo?

Mi fermo qui per oggi. Sempre lieta di leggere le tue esperienze, se vorrai condividerle.

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