UNA PARTE…E IL TUTTO

Trovo sempre molto significativo ricordare la divisione della parte anteriore del nostro cervello in due emisferi: sinistro e destro, caratterizzati da funzioni ben distinte.

L’emisfero sinistro gestisce il linguaggio, la scrittura, l’analisi logica della realtà, il concetto di spazio e di tempo, la classificazione degli stimoli che ci arrivano, rappresentando la parte razionale e conscia di noi; mentre l’emisfero destro è caratterizzato da capacità intuitive e creative, ignora il concetto di spazio e di tempo, è specializzato nella percezione globale degli stimoli e nella loro interpretazione emotiva, riguarda la nostra parte inconscia.

Si potrebbe erroneamente pensare che, viste le sue importanti funzioni nell’espressione linguistica e  nell’organizzazione logica, il sinistro sia prevalente sull’altro emisfero. Considerando anche che i sistemi educativi generalmente, ma ora meno che in passato, privilegiano l’emisfero sinistro: le materie e le metodologie ne aiutano lo sviluppo, trascurando l’educazione di quello destro.

In realtà la scienza ci spiega che le diverse specializzazioni di entrambe contribuiscono in modo sinergico alla realizzazione dei processi cognitivi, come evidenzia anche la struttura anatomica del cervello che consiste nei due emisferi strettamente connessi tra loro, attraverso un grosso fascio di fibre nervose, il corpo calloso, che li mette in comunicazione permettendo un continuo scambio di informazioni, così da consentire al cervello di integrare le elaborazioni delle varie aree.

Ovviamente un emisfero sarà dominante sull’altro nello svolgimento di funzioni che l’emisfero opposto non saprebbe gestire bene: per leggere, scrivere o partecipare ad una conversazione l’emisfero sinistro deve prevalere, mentre per guardare delle immagini, disegnare o ascoltare musica quello destro sarà predominante.

Ma mi piace descrivere un ulteriore aspetto di cui leggevo recentemente, ovvero che in base all’obiettivo che si vuole ottenere, una certa funzione mentale può competere all’uno o all’altro emisfero: un musicista che vuole immergersi nel suono e valutarne l’armonia utilizzerà l’emisfero destro, mentre per analizzare la melodia in senso più tecnico interverrà automaticamente quello sinistro.

Aggiungendo (giusto per i più distratti…!) che l’emisfero sinistro rappresenta l’energia maschile in noi, ovvero la parte  interiore più razionale legata al fare e al ragionamento, mentre quello destro è legato all’energia femminile, all’inconscio, al sentire e all’intuito, è evidente ancora una volta che l’integrazione e la mediazione dei vari aspetti sono passaggi fondamentali per il nostro lavoro interiore.

Coinvolgere le diverse parti che ci compongono ci permette di ottenere molto di più, imparando che tutto ciò che è presente in noi può avere una sua utilità. E che esiste la possibilità, in un contesto o momento di vita particolari, di utilizzare una nostra caratteristica ritenuta fino a quel punto inappropriata, se non talvolta censurata, come nuovo strumento nella gestione di se stessi e delle relazioni.

Ad esempio da un sogno potrebbe arrivarmi un input prezioso per una importante decisione da ben ponderare come l’acquisto di una casa, se accolgo il ruolo significativo dell’inconscio nella globalità del mio essere.

Rifletto molto spesso sulla comune tendenza, a considerare e utilizzare solo alcune “funzioni” del nostro sfaccettato universo interiore, arrivando persino ad identificarci con un solo aspetto, soprattutto in momenti di importanti difficoltà o disagi.

Proprio in quei momenti diventa ulteriormente difficile cogliere l’enorme risorsa rappresentata dalla possibilità di attingere ad un’altra parte di me, tra tante potenziali.                                                                                                                         E una nostra qualità fondamentale magari consiste nell’ “essere fatti” per integrare le diverse capacità, accogliendo con flessibilità ciò che può diventare più funzionale al nostro benessere, e creando sinergie importanti, come la struttura del nostro cervello già suggerisce…

In questo senso la nostra creatività è indispensabile per mettere in campo nuove chiavi di lettura, ulteriori strumenti interiori che le nostre abitudini e la nostra quotidianità forse non ci hanno mai permesso di esplorare. Il processo creativo, con il ruolo centrale dell’intuito, fa parte delle nostre potenzialità, di ognuno di noi, e se la logica spesso ci porta a credere che non ci siano possibilità alternative, che l’esperienza ci ha già mostrato l’inevitabilità di certe conseguenze, l’immaginazione ci potrebbe aprire ad approcci diversi.

Secondo Jung si tratta di un processo di carattere istintuale, ovvero, tra gli altri, l’istinto creativo rende l’uomo diverso dagli altri esseri viventi muovendolo verso la produzione di simboli e verso la spiritualità. Nella sua idea di psicoterapia considera lo sviluppo di potenzialità creative latenti nella persona, quindi ci fa notare il legame profondo che c’è tra la manifestazione della creatività e la trasformazione della psiche.

Affinchè ciò avvenga, pur lentamente, dovremmo dare maggior fiducia e spazio alla nostra energia femminile, con le funzioni dell’emisfero destro, attingendo alla parte analogica in noi e accogliendo i messaggi del nostro inconscio, provenienti sia dal mondo onirico che da una più attenta lettura del quotidiano da svegli. Ma anche concedendoci più tempo per il gioco, la poesia, il coinvolgimento di tutti i nostri sensi, e per ciò che ci appassiona e sentiamo ci faccia profondamente bene.

Questo viene spesso considerato come privilegio, o talento naturale, soprattutto di chi si dedica ad attività                   “artistiche”, perché nella maggior parte dei contesti attuali, la formazione scolastica, la carriera lavorativa, il successo personale sembrano richiedere tanto “emisfero sinistro”…

In realtà la creatività, intesa come atteggiamento mentale, è un fenomeno molto ampio. Per ora mi piace sottolineare quanto una enorme risorsa per ogni essere umano sia la percezione della sua globalità, la coscienza di poter essere Tutto!

Citando Albert Einstein : “Credo nelle intuizioni e nelle ispirazioni…qualche volta sento che sono nel giusto. Non so che lo sono”

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Autore: Alessandra Caroli

È counselor relazionale ad indirizzo mediacomunicativo ed educatrice professionale. Per Avalon si dedica da anni ad attività di counseling, tutoring e organizzazione di eventi. Coordina le attività didattiche ed è parte del corpo docente della Scuola di Counseling e Media-Comunic-Azione. Si occupa di counseling e formazione in contesti pubblici e privati, con un’esperienza decennale in ambito sociale, attraverso progetti di riabilitazione per la disabilità psico-fisica di adulti e bambini e di sostegno alle famiglie. Da sempre ama approfondire la conoscenza di luoghi e culture diverse, unendo quindi il viaggio fuori al viaggio dentro di sé. Con entusiasmo, attraverso la rubrica “Il punto di vista del counselor”, si occupa di sostenere e divulgare questo approccio alla crescita personale e di favorire nel lettore un ampliamento delle prospettive nell’affrontare la quotidianità.

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