Anno nuovo e propositi nell’era Social

L’anno sta per terminare e, come tutti gli anni dai tempi dei social, online piovono consigli su quelli che un tempo potevamo chiamare “buoni propositi”, mentre adesso è più trendy chiamarli “obiettivi”, “goal”, “progetti”.

Spicca su tutti, almeno nella mia bolla, la necessità di pianificare: pianificare il lavoro, la vita, il tempo libero, tutto.

Si sprecano consigli su come stabilire le priorità e come riempire ogni spazio della giornata in modo da essere produttivi, perché, si sa, il tempo non va sprecato!

Influencer su ogni piattaforma appaiono felici, performanti, atletici ed organizzatissimi.

Io, un po’ per indole, un po’ come counselor, leggo, studio, mi informo incuriosita. Ci sono le famose routine della mattina, in cui pianificare cosa fare da quando ti alzi a quando esci di casa a ritmo di 5 minuti: alzarsi 2′, aprire le finestre 1′, lavarsi e vestirsi 7’…

E poi vai con meditare, leggere, fare movimento, preparare la colazione, e poi tutte le attività a seconda che si abbiano figli, ci si prenda cura di qualcuno, magari qualche animale, oppure no.

Una domanda a questo punto mi sorge spontanea: ma quand’è che non facciamo niente? Proprio un bel niente?

Lungi da me sottovalutare l’importanza di avere disciplina e strategia nella vita. Ma tra questo e la mania del controllo, sembrerebbe esserci un filo sottile.

In un ottica mediacomunicativa, potrei dire che la parte di noi che si sente rassicurata dalla pianificazione è la nostra parte maschile. Lei è logica, ordinata, ama confini netti, misure chiare, tempi definiti. Il suo regno è la mente, la razionalità.

Solo che abbiamo anche un’altra parte, quella femminile, che riguarda le emozioni, i sogni, il sentire. Una parte senza confini, nebulosa, intensa, analogica.

Quando siamo felici? Quando queste due parti vanno a braccetto. Con la mente possiamo creare mille strategie. La mente ama farlo!

Ma per essere felici non basta una strategia tra tante o una pianificazione di giornata tra tante: ci vuole quella basata sui nostri reali bisogni, il nostro reale sentire.

E – qui sta il punto – come facciamo ad ascoltarci davvero, come facciamo a sentire e ad accogliere quello che sentiamo, se abbiamo riempito ogni minuto della giornata?

Non possiamo.

Ecco quindi che spazi dove non fare niente, letteralmente, possono salvarci la vita. Perché sono spazi privi di programmazione, privi di aspettative, privi di influenze. Sono spazi dove noi, semplicemente, “stiamo”.

Quando ci fermiamo e ci concediamo il lusso di non fare niente il nostro femminile può farsi sentire. Può sussurrarci all’orecchio cosa va e cosa non va, cosa vorrebbe e cosa non vorrebbe più.

Se noi non ci fermiamo e non ci ascoltiamo, il rischio è quello di individuare obiettivi che non ci appartengono, ma che pensiamo siano “giusti”, senza chiederci realmente se sono giusti per noi.

Il mondo dei social ci riempie di immagini di vite patinate, belle anche quando sono brutte. Immagini di sorrisi smaglianti, di case ordinate, pasti sempre salutari, lavori fantastici. Le storie di insuccesso sono mostrate al passato, mentre il presente  è sempre da “tutte stelle nella vita”.

Ricordiamoci che ciò che vediamo è solo quello che ci viene mostrato. Il dietro le quinte non lo sapremo mai. Ricordiamoci, ancora di più, che quello che è buono per qualcuno, potrebbe non esserlo per noi.

Se c’è qualche proposito, allora, che mi sentirei di suggerire per il prossimo anno, è:

  • non fare assolutamente niente almeno dieci minuti al giorno.
  • Chiediti sempre se ciò che vorresti modificare nella tua giornata è qualcosa che migliora davvero la qualità della tua vita, che risponde alle tue esigenze, se è in sintonia con te.
  • Rivedi i tuoi propositi (obiettivi, piani, come vuoi chiamarli) periodicamente: non sono scolpiti nella pietra, puoi sempre modificarli se ti accorgi che le tue priorità e/o i tuoi bisogni sono cambiati.

Infine, ricordati che i momenti di maggior serenità nella vita non sono necessariamente quelli in cui tutto ci va alla grande, ma quelli in cui siamo realmente connessi a noi stessi. Concediti il tempo di connetterti a te.

 

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