Balsamo per l’anima

In questi giorni, tanto quieti quanto rivoluzionari, aprendo scatoloni in attesa di sistemazione e riorganizzando gli oggetti in casa, ho ritrovato dei libri cari al mio cuore, pieni di buoni spunti oltre che bei ricordi. Uno in particolare ha catturato la mia attenzione. E’ un testo semplice e scritto con la buona intenzione di chi butta un seme nel terreno. Una raccolta di storie di gentilezza e generosità di persone comuni, così confortanti da avermi scaldato il cuore. Ho sentito fin da subito il sollievo derivato dai racconti di gesti benevoli di chi offre con spontaneità il calore, la solidarietà, la cortesia e tutto senza un tornaconto personale.

Le storie di chi dona per donare.

Con il sorriso e il libro sulla scrivania, ho continuato la mia giornata. La tv accesa, il pc aperto sui social e da lì un fiume di brutte notizie che come piccoli/grandi aghi punzecchiano e mortificano. Sì, sono tormento per lo spirito. Penso ai video di animali maltrattati, a vignette sardoniche e crudeli, ai bollettini di guerra dei tg, alle foto violente, ai fatti di cronaca riportati senza rispetto per i protagonisti e i lettori. Sia chiaro, non sto parlando di mettere la testa sotto la sabbia e non guardare la realtà, ma di portare l’attenzione sui danni derivati dall’infodemia ossessiva.

Ascoltare continuamente le cattive notizie e in momenti in cui non si è preparati a difendersi dalle stesse, provoca sofferenza e scoraggiamento che diventano il substrato inconsapevole del nostro pessimismo quotidiano. E anche quando pensiamo di esserne immuni, essi lavorano in silenzio frustrando e minando subdolamente la nostra allegria. Questo bombardamento mediatico, a cui solo apparentemente siamo assuefatti, lavora come agente corrosivo della nostra serenità che è sempre più spesso mescolata alla paura.

Così finiamo per sembrare “diversi” quando alla domanda “come stai?” rispondiamo “bene” o addirittura “benissimo”, e veniamo guardati come dei trasgressori del senso comune o degli incoscienti che vivono nel mondo delle favole.

Eppure accanto al brutto c’è il bello che fa meno notizia ma solleva un’onda di gratitudine impensabile.

Qualche giorno fa, una ragazza che sta attraversando un momento complesso e difficile, ha fatto un gesto di grande bellezza verso una signora, mendicante, conosciuta per strada. La donna, seduta a terra accanto al suo gatto, teneva in mano un cartello con su scritto: “Non lasciateci soli”. La ragazza ha accolto il suo richiamo, si è seduta accanto a lei, ha ascoltato la sua storia, donato i 40€ che aveva in tasca e il suo numero di telefono.

Ho immaginato la bellezza di quella scena.

Questa ragazza, seppur sofferente nel cuore, non è stata sorda alla sofferenza dell’altro e ha scoperto il segreto della solidarietà: per ricevere aiuto, bisogna essere disposti a darlo per primi e gratuitamente.

Non a caso le parole gratuità e gratitudine hanno la stessa radice.

Quando alziamo lo sguardo dalla nostra ferita per osservare quella dell’altro stiamo attuando un processo di trasformazione e di guarigione che inevitabilmente porterà con sé una fiducia rinnovata nella bellezza della vita e in se stessi.

“La propria ferita possa diventare la feritoia attraverso la quale guardare al proprio e altrui mondo interiore”

Aldo Carotenuto

A voi è accaduto di fare o ricevere spontaneamente un’inaspettata gentilezza? Scrivetelo qui se vi va! Così non smettiamo di raccontarci, sostenerci, esserci e di mettere in circolo la buona energia che la bellezza crea.

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Autore: Silvia Torrieri

Da sempre affascinata dalla mente umana diventa psicologa clinica per saperne di più, innanzitutto di sé stessa. Alla continua ricerca delle motivazioni che spingono i comportamenti, si specializza nelle "nuove dipendenze" e approda alla Media-Comunic-Azione® diventando counselor Relazionale. Lavora nell'ambito della relazione d'aiuto in diversi contesti e nella professione privata. Condivide con Avalon i valori della formazione continua, l'etica professionale e la crescita personale.

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