La Spianatoia di mia Mamma

La spianatoia per impastare, in un mondo che corre all’impazzata, conserva ancora oggi tutto il suo fascino. Anzi, il riavvicinarsi alle tradizioni conferisce un sapore diverso a ciò che prepariamo e l’asse per impastare è la base di questo tuffo nel passato.

Tra le cose che ho voluto conservare di mia madre, un posto d’onore l’ha avuta proprio la spianatoia: grande, di legno chiaro, con il bordo perché non scivoli, quelle venature del legno in evidenza e qualche macchia, segno del tempo.

La Spianatoia di mia Mamma

La spianatoia ha più di cinquant’anni:  me la ricordo da sempre. come i gesti che accompagnavano ogni utilizzo: il posizionamento sul tavolo, la farina spruzzata sopra, le uova rotte e poi quel rumore tipico della pasta che viene lavorata, le mani che si muovono veloci e la massa che prende consistenza, e poi il suono secco della sfoglia tirata per preparare, per esempio, le chitarrine.

Quanta energia e quanto amore in quei gesti.

Le caratteristiche

In fondo la spianatoia o tavola per la pasta, conosciuta anche come tavoliere, non è altro che un semplice piano di lavoro sul quale amalgamare gli impasti. È quella che usavano le nostre nonne. Un must che sta tornando di moda, con il suo fascino vintage.

La struttura di un’asse può cambiare da modello a modello, ripiani classici o con i bordini rialzati per impedire alla farina di scappare via dal piano di lavoro oppure hanno una forma a L con un bordo che scende verso il basso per tenere fermo l’asse quando si impasta. Di legno diverso che varia dal faggio, alla betulla al tiglio.

Le feste, la Spianatoia ed io

Durante il periodo natalizio, ho approfittato per utilizzare la spianatoia della mia infanzia. Ho ripetuto quei gesti che tante volte avevo visto fare, ho impastato e steso e ad ogni movimento, sembrava che mia mamma fosse lì, a lavorare con me, a guidarmi nella preparazione di quei dolci che erano una sua peculiarità e senza i quali Natale non era Natale.

Sono stati momenti magici in cui quel vecchio pezzo di legno mi ha regalato una “energia” particolare,  ha conferito un sapore speciale ai dolci della tradizione di casa mia e sopratutto mi ha evidenziato, ancora una volta, che ciò che hai vissuto non può essere portato via da nessuno; si modifica, sì ma resta a far parte della tua vita per sempre.

Le cose conservano l’energia di chi le ha avute. La vecchia spianatoia narra di mani sapienti che impastano e spianano; di una infanzia felice nel vedere una mamma impegnata in quell’alchimia di trasformazione che è la cucina. Parla di tradizioni, di saperi antichi, di vecchie ricette, di legami, di passaggi, di crescite e di storie che continuano.

A noi la scelta e  l’onore di raccogliere il testimone.

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