Sapore di Salbea

Beata Skrzypek mi risponde al telefono con voce cristallina e con un accento che tradisce, ogni tanto, l’origine polacca, nonostante i vent’anni in Italia.

E’ in Toscana a festeggiare il suo decimo anniversario di matrimonio ma, nonostante il momento privato, si rende disponibile per raccontarmi com’è nata l’idea di Salbea, un successo che oggi ha tre anni di vita.

Salbea, la Grotta di Sale, che nel 2009 ha ottenuto i finanziamenti Invitalia come il progetto più innovativo dell’anno.  Un luogo magico, uno scenario naturale con un microclima più concentrato di quello marino, costruito con pietre di sale provenienti da una vena mineraria Himalayana della regione del Kashmir e dalle miniere di Klodawa dichiarate patrimonio dell’Umanità. La grotta riproduce, in superficie, le miniere di sale formatesi circa 200 milioni di anni fa con un clima particolarmente ricco di micro particelle di cloruro di sodio che hanno un ruolo curativo nei disturbi respiratori, tanto che gli operai delle miniere avevano una salute migliore della media della popolazione dell’epoca. Una volta dismesse, queste miniere  vennero trasformate nel XX secolo e soprattutto in Polonia, in stazioni climatiche. Scendere, però, a 287 metri sottoterra può essere, per tanti, un’esperienza faticosa, dura. Ed ecco che le grotte furono riprodotte in superficie, con lo stesso microclima e senza l’utilizzo di alcun mezzo artificiale.

Salbea è una di queste grotte e si trova in un quartiere di Roma.

Beata ha scoperto l’esistenza delle grotte di sale mentre lavorava per una società d’informatica. Aveva la sicurezza di un contratto a tempo  indeterminato e la certezza di tanta insoddisfazione. Erano gli anni dell’arrivo delle grandi società che fagocitavano tutti e, tutto, attraverso continue acquisizioni, e così anche la loro aveva subito la stessa sorte da parte di Finmeccanica.

“Ci ritrovammo a lavorare per le caserme in una condizione di totale blindatura e senza sapere come impiegare il tempo. Volevo crescere, migliorare, chiesi di poter affiancare dei colleghi con ruoli diversi ma la mia responsabile mi rispose che dovevo limitarmi a fare quello per cui ero pagata anche se ciò avesse significato non fare nulla.”

Passare otto ore davanti al computer senza avere nulla da fare non è facile ma Beata ha impiegato quel tempo per navigare in internet, riprendere i contatti con la Polonia e i suoi amici. Ed è così che ha scoperto le grotte di sale, la loro funzione curativa e la loro trasformazione in stazioni climatiche per le patologie respiratorie.

“Ho un bambino allergico e l’idea di poter offrire a lui e a tutti quelli che abitano in una città così grande e inquinata, un servizio che potesse aiutarli, mi attirò subito.”

Dall’idea all’azione.  Va in Polonia per visitare le grotte: la bellezza, il profumo del sale, il colore arancio intenso di quelle pietre la colpisce totalmente!

“Quando decidi e sai quale obiettivo, vuoi raggiungere, è come se si generasse una corrente che trascina, incontri le persone giuste, fai i passi necessari, vai avanti, nonostante la burocrazia e gli ostacoli infiniti.”

Si licenzia e comincia a lavorare al suo progetto, anche se non si sente sicura. Il momento non è dei migliori, ma, per dirla con le sue parole: “ la sicurezza non esiste più, ormai, dalla caduta delle torri gemelle… e poi cambiare è importante, per rinnovare le energie!”.

Si racconta con veemenza e con l’orgoglio di chi non si è mai arreso. Per mesi si sente una pallina da ping pong rimbalzata da un ufficio all’altro, da un direttore all’altro; scopre, come all’interno della stessa città, ci siano documenti validi per un’Asl ma completamente rifiutati da un’altra. Trova muri, incomprensioni, impreparazione.

“ Se nasce una novità e non ci sono le leggi, qualcuno dovrà farle, impegnarsi a colmare la lacuna; invece non ti ascoltano, non c’è comunicazione, né volontà”.

Alla fine Salbea ha aperto le sue porte! Ha cominciato a muovere i suoi primi passi e oggi, nonostante la crisi, vanta una clientela ampia e di tutte le fasce di età, compreso i bambini ai quali è rivolta una particolare attenzione.

Sono stata in questa grotta di sale, riprodotta, nel cuore di Roma. Un luogo incantato, dove l’acqua Madre, che scorre sulle cascate è ottenuta usando Sali del Mar Morto che ricoprono in una distesa bianca anche il pavimento; dove l’illuminazione, ottenuta retro illuminando i cristalli di sale, colora le mura di tonalità che vanno dal bianco al rosso passando per il color pesca e l’arancione. Un’atmosfera pregna degli ioni negativi, le più importanti vitamine dell’aria, che è esaltata dai colori della natura e dalle proprietà benefiche dei Sali del Mar Morto. Quarantacinque minuti all’interno ti regalano gli effetti benefici dei microelementi salini paragonabili a quelli prodotti in tre giorni di mare in burrasca. Gli ioni negativi, di cui l’atmosfera è ricca, neutralizzano l’effetto dell’inquinamento elettromagnetico e favoriscono il benessere psicofisico.

Salbea è un luogo salubre e carico di “positività”, nato grazie alla determinazione, all’entusiasmo, al sogno e alla grinta di Beata, un luogo dove rilassarsi e respirare profondamente perché lì l’aria “aiuta a vivere”. Provare per credere.

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Autore: Sabrina De Federicis

Counselor Relazione ad indirizzo media comunicativo. Laureata in materie scientifiche con specializzazione in Paleontologia Umana. Divulgatrice scientifica, collabora con varie riviste. Esperta nello sviluppo di relazioni pubbliche e nella creazione di relazioni efficaci tra il brand e i propri clienti, nella negoziazione, nella pianificazione del business, nella sviluppo di soluzioni creative.

0 thoughts on “Sapore di Salbea

  1. Carlo Colucci

    Una bellissima storia di coraggio finalizzata al benessere dell’altro…. Nella continua ricerca dell’appagamento attraverso il servizio all’altro, il mettersi a disposizione dell’altro….. ci riempie la vita e la rende pienamente meritevole di essere vissuta.
    Donare all’altro incondizionatamente le proprie capacità affinché attraverso di esse, il benessere ,la pace e la tranquillità possano tornare ad albergare nell’animo e nel corpo altrui, non ha prezzo.
    Nella misura in cui le difficoltà, le problematiche e la burocrazia abbiano minato questo cammino di coraggio, sono certo che l’amor proprio di Beata si sia ampiamente riscattato e quindi la sua persona sia stata premiata col premio più ambito che essere umano possa ricevere: la consapevolezza della bontà delle proprie idee e della certezza della sua nobiltà d’animo messe a disposizione del prossimo. Veramente brava e complimenti.
    Carlo Colucci

    Reply
    1. Sabrina

      Ciao Carlo,
      grazie per il tuo commento. Il coraggio di Beata è un faro abbagliante che riscalda e permette di guardare con fiducia alla vita e a tutte le prove che ci presenta. Davvero non esistono ostacoli che possano resistere alla determinazione, alla volontà e all’amore verso l’essere umano. Una testimonianza autentica da non dimenticare.

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